L’Isis ha perso il 22 per cento del suo territorio
Secondo un think tank britannico l'Isis è in fase di declino. La mappa che mostra le aree perse dal sedicente Stato islamico
Gli analisti della IHS Jane’s 360, un gruppo di esperti di difesa e sicurezza, riferiscono che l’Isis ha perso il 22 per cento del suo territorio tra l’inizio del 2015 e la metà di marzo 2016.
(qui sotto la mappa dei territori persi e conquistati dall’Isis tra il primo gennaio 2015 e il 14 marzo 2016. Credit: IHS Jane’s 360)
Durante l’anno passato, il sedicente Stato islamico avrebbe perso circa il 14 per cento del suo territorio, mentre nei primi mesi del 2016 ne avrebbe perso un ulteriore 8 per cento.
Alla fine del 2014, l’Isis controllava porzioni considerevoli di Siria e Iraq, per un’area complessiva pari a quella del Regno Unito e una popolazione di circa 9 milioni di persone.
Coperti dai raid aerei degli Stati Uniti e della Russia, le forze curde e le forze siriane democratiche sunnite (Sdf) sono avanzate verso Raqqa – de facto capitale dell’Isis – e Deir ez-Zor. Le forze governative siriane, invece, sono avanzate verso Tadmur (Palmyra) coperte dal fuoco degli alleati russi.
L’Isis aveva invaso Tadmur a maggio 2015, lasciando sguarnite aree nel nord del paese e perdendo anche Tel Abiad, vitale dal punto di vista strategico perché era l’unico punto di confine con la Turchia sotto il suo controllo attraverso cui passavano beni e reclute.
Le difficoltà finanziare dell’Isis erano diventate evidenti quando a gennaio 2016 il gruppo aveva deciso di dimezzare gli stipendi elargiti ai suoi miliziani. La perdita di rendite petrolifere e i costi di gestione dei servizi pubblici hanno messo in difficoltà lo Stato islamico.
L’IHS Jane’s 360 conclude che l’Isis è ormai in declino e che questo fortifica il suo rivale, il fronte al-Nusra, affiliato di al-Qaeda, che condivide l’obiettivo della creazione di un califfato islamico.