Assad ha offerto l’amnistia ai ribelli di Aleppo se si arrenderanno
Ma i combattenti temono una trappola e non vogliono lasciare la città. Secondo un funzionario americano Aleppo cadrà entro poche settimane se non giorni
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha dichiarato ieri sera che i ribelli intrappolati ad Aleppo est potranno lasciare la città insieme alle loro famiglie se depongono le armi, confermando di voler proseguire nell’offensiva per riguadagnare il pieno controllo della città settentrionale.
L’amnistia proposta da Damasco segue due settimane di intensi bombardamenti che hanno ucciso centinaia di persone nei quartieri orientali della città e hanno di fatto seppellito l’iniziativa di pace degli Stati Uniti.
In altre aree sotto assedio, tra cui Daraya, un sobborgo della capitale, i combattenti ribelli hanno accettato l’amnistia e si sono trasferiti in altre aree controllate dall’opposizione.
Tuttavia i ribelli di Aleppo hanno fatto sapere di non avere intenzione di arrendersi e lasciare la città e hanno dichiarato che la proposta di Assad non è altro che un inganno.
L’esercito aveva annunciato mercoledì 5 ottobre che avrebbe ridotto l’intensità dei bombardamenti per consentire alle persone di evacuare diffondendo un ultimatum: “Tutti quelli che non approfitteranno dell’opportunità di deporre le armi o andarsene affronteranno il loro inevitabile destino”.
Il governo ha anche mandato sms ai cellulari di alcuni dei residenti delle aree sotto assedio invitandoli a ripudiare i combattenti ribelli. Sono circa 250mila i civili che abitano nei quartieri orientali di Aleppo, dove mancano ormai tutti i servizi di base e scarseggiano scorte alimentari e mediche.
L’inviato speciale dell’Onu per la Siria Staffan de Mistura aveva dichiarato ieri che la città sarà completamente annientata nell’arco di due mesi, se la distruzione continuerà ai livelli attuali.
Un funzionario americano ha invece detto che Aleppo cadrà nel giro di settimane, se non giorni, a causa degli implacabili bombardamenti degli aerei da guerra russi e siriani. All’interno della città si pensa rimangano 8.000 combattenti ribelli di cui circa 900 membri dell’ex Fronte al-Nusra, oggi Jabhat Fateh al-Islam.
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