Appelli inascoltati e spari a vista sui civili: che succede ad Aleppo
Le forze di Assad hanno riconquistato Aleppo est, per quattro anni in mano ai ribelli siriani. Abbiamo raccolto in un riassunto tutto quello che dovreste sapere
Aleppo est è caduta. Dopo quattro anni sotto il controllo dei ribelli, le forze governative del presidente Bashar al-Assad hanno riconquistato l’intera città. All’impresa militare, fino a pochi mesi fa impossibile, ha partecipato anche la Russia, principale alleata di Assad in Medio Oriente insieme all’Iran.
QUANDO È PRECIPITATA LA SITUAZIONE? Tra l’11 e il 13 dicembre 2016, dopo una violenta escalation militare, che ha portato con sé centinaia di morti, la riconquista della città si è conclusa, tra le grida di giubilo dei miliziani di Assad, e gli appelli disperati dei ribelli di Aleppo est.
Almeno 50mila persone secondo le Nazioni Unite, si trovano ancora intrappolate nella parte orientale della città. Oggi, 14 dicembre, sarebbe dovuta iniziare l’evacuazione dei ribelli dai quartieri orientali della città, con il trasferimento con pullman governativi di migliaia di persone.
COME SIAMO ARRIVATI A QUESTO PUNTO? La città, un tempo il più florido centro commerciale della Siria, è divisa in due dal 2012, cioè da quando i ribelli ne hanno preso il controllo, a un anno dall’inizio della guerra civile, scoppiata nel 2011.
A fine settembre 2016, con l’avvio dell’ultima pesante offensiva del regime che si è conclusa il 13 dicembre, circa 250mila civili sono rimasti assediati all’interno dei quartieri ribelli, con i beni di prima necessità – cibo e medicinali – sempre più scarsi e sotto la presenza costante dei jet siriani e russi che, secondo alcune fonti, avrebbero sganciato barili bomba e bombe al cloro.
COME STA VIVENDO LA POPOLAZIONE? La situazione è precipitata rapidamente negli ultimi giorni. Mentre alcuni residenti locali hanno affidato a Twitter e Facebook i loro ultimi messaggi scritti e video, è forte il timore che sia in corso un massacro. Sono in tanti i cittadini di Aleppo che in questi giorni stanno condividendo videomessaggi per testimoniare la situazione difficile in cui si trovano, terrorizzati di essere arrestati e sparire nelle carceri dei servizi segreti del regime siriano.
In molti degli appelli emerge l’accusa all’inerzia del resto del mondo, che è rimasto a guardare mentre in Siria si consumava la disumana catastrofe. D’altro canto, la riconquista di Aleppo è stata accolta con grande soddisfazione da coloro che ritengono i ribelli dei terroristi jihadisti, e che vedono nel presidente Bashar al-Assad l’unico freno – laico – al dilagare del jihadismo in Medio Oriente.
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LE PREOCCUPAZIONI DELLE NAZIONI UNITE – Le Nazioni Unite hanno ricevuto dei rapporti sull’uccisione di almeno 82 civili, incluse 11 donne e 13 bambini, da parte delle forze lealiste in quattro quartieri di Aleppo est, il 13 dicembre 2016. Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, si è detto preoccupato per le notizie, non verificate, di atrocità commesse contro i civili. Ha sottolineato il dovere di tutte le parti coinvolte di “proteggere i civili e rispettare il diritto umanitario internazionale e i diritti umani”. Nella stessa giornata è stata convocata una riunione del Consiglio di sicurezza per trovare una soluzione e garantire la protezione dei civili intrappolati ad Aleppo est.
COSA SIGNIFICA LA VITTORIA DI ALEPPO EST? La riconquista dell’area orientale della città da parte delle forze governative e la sconfitta dei ribelli rappresenta una grande vittoria, anche in termini di propaganda, per il governo del presidente Bashar al-Assad, che ora controlla praticamente tutti i maggiori centri abitati del paese.
Aleppo, la città più popolosa e centro finanziario del paese prima della guerra civile, ha un significato ancora più grande. La sua riconquista rappresenta una vittoria non solo per Assad, ma anche per i suoi sostenitori iraniani e russi. Prima dell’intervento militare della Russia, le forze di Assad erano in estrema difficoltà.
Tuttavia, la riconquista di Aleppo, seppur fondamentale non solo dal punto di vista strategico, non segnerebbe la fine del conflitto civile, cominciato nel 2011. Resta dubbia la capacità delle forze governative di mantenere il controllo dei territori riconquistati, nonostante l’intervento russo abbia consentito ad Assad di cambiare le sorti del conflitto e guadagnare terreno.
Il 12 dicembre 2016 l’Isis ha riottenuto il controllo di Palmira, in una zona desertica centrale, ricca di giacimenti di petrolio e gas, e famosa per le antichissime rovine romane, dalla quale era stata respinta a marzo 2016.
— LE NOSTRE STORIE SUL CAMPO:
– Le donne di Aleppo est che preferiscono suicidarsi pur di non essere stuprate
– Ad Aleppo tutti aspettano solo il proprio turno di morire, di Francesca Mannocchi
– Lettera da Aleppo. La società civile che resiste alla catastrofe, di Lorenzo Trombetta
– “Forse questo è il mio ultimo SOS”. L’appello del medico legale di Aleppo, di Asmae Dachan
– Ad Aleppo non sappiamo più dove seppellire i cadaveri
– Io ex membro dei servizi segreti di Assad vi racconto le torture nelle carceri siriane