Pedofilia virtuale
Oltre 20mila pedofili hanno chiesto prestazioni sessuali in chat alla piccola Sweetie. Ma lei era una bambina virtuale
Sweetie è una bambina virtuale, ma i pedofili che l’hanno contattata in chat chiedendole prestazioni sessuali davanti alla webcam non lo sapevano.
Grazie allo stratagemma messo in atto da Terre des Hommes, un’associazione olandese per i diritti umani, mille uomini adulti sono stati identificati mentre cercavano di sottoporre Sweetie a un abuso virtuale. I loro dati personali sono stati consegnati da Terre des Hommes alla polizia.
Più di ventimila, invece, sono quelli che in due mesi e mezzo hanno conversato con Sweetie in chat, ma di loro non si è potuti risalire all’identità.
L’esperimento dell’associazione olandese ha dimostrato quanto sia diffuso il fenomeno noto con il nome di Webcam Child Sex Tourism (Wcst). Favorita dall’uso sempre più massiccio di internet e di siti che permettono di mettersi in contatto con qualsiasi persona di qualsiasi Paese, la pedofilia online si sta diffondendo molto rapidamente in tutto il mondo. I bambini finiscono spesso vittime delle richieste di uomini adulti, che pagano e dirigono gli atti sessuali dall’altra parte dello schermo del computer.
Secondo le Nazioni Unite, ogni giorno sono connessi ad internet circa 750mila pedofili. Il problema più grande, però, è che la polizia non può intraprendere azioni contro di loro fino a quando la vittima di un abuso non trova il coraggio di sporgere denuncia.