Libia nel caos: annullate le elezioni presidenziali del 24 dicembre. Proposta nuova data
È “impossibile” che le elezioni in Libia si svolgano nella data prevista di venerdì, 24 dicembre. È la conclusione a cui è giunta ufficialmente una commissione del Parlamento libico, dopo che era stato diffuso un documento risalente al 20 dicembre in cui il capo dell’Alta commissione elettorale, l’organo che dovrebbe supervisionare il voto, ordinava lo scioglimento dei comitati elettorali su tutto il territorio nazionale e metteva fine alle attività preparatorie.
I problemi nell’organizzazione delle elezioni si accumulavano da mesi, soprattutto riguardo ai criteri di selezione dei candidati per la presidenza. Negli ultimi mesi si erano presentati quasi 100 candidati, i più importanti dei quali avevano tutti caratteristiche considerate problematiche, controverse o per qualche motivo preoccupanti.
L’Autorità elettorale libica ha proposto di tenere le elezioni presidenziali il 24 gennaio. Secondo Jalel Harchaoui, research fellow del think tank olandese Clingendael Institute, nei movimenti a sud di Tripoli sarebbero coinvolte almeno due note milizie della Tripolitania: la 444ma Brigata capeggiata da Mahmoud Hamsa, miliziano seguace dell’Islam salafita, forza anti-criminale e considerata vicina alla Turchia; la Forza Gnewa inquadrata nell’Autorità di supporto alla stabilità (Ass), apparato di sicurezza creato nel gennaio 2021 dal premier dell’ex Governo di accordo nazionale libico (Gna) Fayez Sarraj, e che fa riferimento ad Abdelghani al Kikli, già capo dei martiri di Abu Slim e uno degli uomini più influenti delle milizie Tripoli. “Sacchi di sabbia sarebbero stati posizionati per le strade della periferia sud, in un segno palpabile che la guerra potrebbe scoppiare”, ha scritto Harchaoui via Twitter.