La Farnesina contesta la nomina di un funzionario britannico a migrazione e affari interni Ue
Bruxelles ha promosso il britannico a vice direttore generale del dipartimento, una scelta duramente criticato dal vice ministro degli esteri Mario Giro
La Commissione europea martedì 22 novembre ha nominato il nuovo vice direttore generale del Dipartimento migrazione e affari interni. Una nomina che ha sorpreso molti perché l’incarico sarà ricoperto da un britannico.
La scelta di Simon Mordue, che inizierà il suo mandato dal primo dicembre e avrà un ruolo chiave nelle politiche delle migrazioni, è stata duramente attaccata dalla Farnesina che ha definito la decisione “uno scandalo”.
“Perché continuiamo a nominare inglesi per posizioni chiave?”, ha dichiarato a Politico il vice ministro degli Esteri Mario Giro. Il rappresentante italiano ha inoltre ricordato che Mordue è stato il negoziatore dell’accordo sui migranti con la Turchia.
“Siamo totalmente contrari. E non ci dicano che ha un secondo passaporto irlandese. Non ci prendano in giro su questo. È uno scandalo nominare un britannico in questo momento”, ha continuato.
Il vice ministro degli Esteri italiano è convinto che Bruxelles sia stata troppo morbida con il Regno Unito dopo il voto per lasciare l’Unione europea e ha ammesso di volere una “hard brexit. Che siano dentro o fuori. Se vogliono uscire, arrivederci”.
Non è l’unico italiano ad avere espresso animosità nei confronti di Londra. Una settimana fa il ministro per lo Sviluppo Carlo Calenda ha avuto un’acceso scambio di battute con il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson, dopo che questi aveva affermato che l’Italia doveva sostenere la permanenza del Regno Unito nel mercato unico se non voleva perdere le redditizie esportazioni di prosecco.
Calenda ha risposto facendo notare che “OK, tu venderai meno fish and chips, ma noi venderemo meno prosecco solo a un paese, mentre voi venderete di meno a 27 paesi”.
La Commissione europea rifiuta qualsiasi forma di discriminazione per i cittadini britannici all’interno delle istituzioni dell’Ue dopo il voto sulla Brexit: “Le nomine e le promozioni sono fondate su merito”, è stato il commento.