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È morto Licio Gelli

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È morto all'età di 96 anni il capo della loggia massonica P2

Il 15 dicembre del 2015 è morto ad Arezzo Licio Gelli, noto per essere stato maestro venerabile – nome con cui si designa il capo di un’organizzazione legata alla massoneria – della loggia massonica Propaganda due, meglio nota come P2.

Gelli era nato a Pistoia il 21 aprile del 1919, in una famiglia di proprietari terrieri, durante il fascismo lavorò all’interno di diverse strutture del regime e partecipò, al fianco di un corpo di volontari fascisti, alla guerra civile spagnola.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 Gelli aderì inizialmente alla Repubblica di Salò, salvo poi iniziare ad aiutare diversi gruppi partigiani, esercitando di fatto un ruolo doppiogiochista tra le due parti in conflitto.

Dopo la Seconda guerra mondiale Gelli aderì alla loggia massonica Propaganda due, nota come P2, nata nel 1877 nell’ambito del Grande Oriente d’Italia, iniziando negli anni Settanta a esserne il capo.

In questo periodo la loggia P2 si allontanò dalle regole della massoneria, prendendo sempre di più una linea di eversione nei confronti dello stato italiano, e promuovendo un Piano di rinascita democratica, un programma che avrebbe dovuto cambiare lo stato italiano per prevenire la vittoria dei comunisti – che in quegli anni stavano registrando una forte avanzata elettorale – alle elezioni.

Questo piano mirava ad assorbire le istituzioni in una forma semi autoritaria legale, in cui la magistratura fosse subordinata al parlamento e rafforzando i poteri del presidente del consiglio a discapito del presidente della Repubblica e conferendo al governo il comando delle forze armate.

Gelli, per portare avanti la sua strategia eversiva, fece aderire numerose persone alla loggia P2, provenienti da tutti gli strati della società, compresa la politica, l’imprenditoria, i servizi segreti e l’esercito, e soprattutto persone legate al mondo dei mass media, considerati da Gelli un punto centrale nel portare avanti la sua strategia.

Nel 1981 in un’inchiesta legata al presunto rapimento del finanziere Michele Sindona vennero perquisita la villa in cui viveva Gelli a Castiglion Fibocchi, presso Arezzo, e la fabbrica di proprietà dello stesso. In quell’occasione, le forze dell’ordine entrarono in possesso della lista degli aderenti alla P2, composta da quasi mille persone tra cui figuravano nomi di primo piano delle istituzioni italiane.

Successivamente furono trovati anche altri documenti, come il piano di rinascita democratica, che portarono gli inquirenti a intuire di trovarsi di fronte a un vero e proprio piano eversivo.

Con l’inchiesta sulla P2, Gelli venne arrestato mentre si trovava a Ginevra, e nel 1988 ottenne l’estradizione in Italia, dove è stato condannato per depistaggio verso le indagini sulla strage della stazione di Bologna, per bancarotta fraudolenta del Banco Ambrosiano e per procacciamento di notizie contenenti segreti di stato.

Nel 2008 Licio Gelli ha partecipato al programma in onda sull’emittente Odeon Tv Venerabile Italia.

Il 15 dicembre del 2015 è morto all’età di 96 anni.

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