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Il problema della Raggi è politico, non legato alla giustizia

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L'arresto del capo del personale Raffaele Marra rischia di aprire un conflitto interno al Movimento Cinque Stelle

La mattina del 16 dicembre i carabinieri del comando provinciale di Roma hanno arrestato Raffaele Marra, capo del personale del sindaco della capitale Virginia Raggi. L’accusa delle autorità verso l’importante funzionario comunale è quella di corruzione. Nello specifico Marra avrebbe acquistato un appartamento dalla fondazione Enasarco con soldi fornitigli dall’imprenditore Sergio Scarpellini – anch’egli finito in manette – quando Marra stava assumendo un incarico legato alle politiche abitative nella giunta di Gianni Alemanno.

Un caso che arriva pochi giorni dopo le dimissioni dell’assessore all’Ambiente Paola Muraro, arrivate in seguito all’avviso di garanzia legato a una possibile violazione del testo unico dei rifiuti.

Tuttavia, la giustizia vuole che queste persone fino all’ultimo grado di giudizio non siano considerate colpevoli e tacciate come tali. Sarà la magistratura a fare il proprio lavoro a riguardo, senza intaccare quello della giunta comunale.

Ma se il problema di Virginia Raggi non è con la giustizia, possiamo dire in modo chiaro che il sindaco ha un serio problema politico, forse il più grave finora affrontato da questa amministrazione.

Il primo problema della giunta pentastellata è arrivato tra l’agosto e il settembre del 2016, quando si sollevò una polemica molto dura all’interno dello stesso Movimento Cinque Stelle intorno a diverse nomine di Virginia Raggi, considerate poco trasparenti e vicine alla precedente amministrazione comunale di centrodestra di Gianni Alemanno.

All’inizio di settembre, Beppe Grilo in persona si era recato a Roma per cercare una quadra all’interno della confusa situazione del Movimento, in cui il direttorio aveva chiesto a Virginia Raggi la rimozione dai propri incarichi di Raffaele Marra, Salvatore Romeo, Raffaele De Dominicis e Paola Muraro. Il sindaco, tuttavia, resistette a gran parte di queste richieste, rinunciando al solo De Dominicis, ricollocando Marra da vice capo di gabinetto a capo del personale, riducendo lo stipendio a Romeo e lasciando Muraro nella sua posizione.

Adesso il quadro politico della giunta di Roma risulta completamente sconvolto, e con esso la posizione di Virginia Raggi e di chi all’interno del Movimento Cinque Stelle non aveva gradito quelle nomine. Marra e Muraro non solo erano due dei più stretti collaboratori del sindaco, ma erano anche i due per cui la Raggi si era spesa di più, arrivando a imporsi in modo netto verso coloro che avevano manifestato perplessità a riguardo.

Ora, nel partito che ha fatto dell’onesta il suo punto principale, sono numerose le persone che possono far notare alla Raggi il fatto di averla messa in guardia da certe nomine, e ora possono rivendicare di aver avuto ragione, per quanto Marra e Muraro non siano direttamente riconducibili ai pentastellati.

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