La richiesta di aiuto inviata dall’hotel Rigopiano prima della tragedia
Il direttore Bruno Di Tommaso ore prima della valanga aveva scritto alle autorità per segnalare la situazione difficile dell'albergo e chiedere un intervento
È salito a sei il bilancio delle persone che hanno perso la vita dopo che una valanga ha travolto l’hotel Rigopiano, in Abruzzo. La sesta vittima è stata trovata domenica 22 gennaio, si tratta di un uomo ancora da identificare.
Finora, i superstiti tratti in salvo dalle macerie sono undici. Sono invece 23 le persone ancora disperse e, a cinque giorni dalla tragedia, continuano le operazioni di soccorso.
Intanto, è emerso che lo scorso 18 gennaio dopo il succedersi di scosse sismiche e di intense nevicate, l’amministratore unico dell’hotel Rigopiano, Bruno Di Tommaso, ha inviato una e-mail al prefetto di Pescara, al presidente della Provincia, alla polizia provinciale e al sindaco di Farindola.
Di Tommaso segnalava che la situazione all’albergo, già difficile a causa della neve, stava diventando “preoccupante” e chiedeva di “predisporre un intervento” dopo le scosse di terremoto della mattinata.
“I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto”, scriveva il direttore, “non potendo ripartire a causa delle strade bloccate”.
Qui sotto il testo completo del messaggio spedito via e-mail da Di Tommaso:
“Vi comunichiamo che a causa degli ultimi eventi la situazione è diventata preoccupante. In contrada Rigopiano ci sono circa 2 metri di neve e nella nostra struttura al momento 12 camere occupate (oltre al personale).
Il gasolio per alimentare il gruppo elettrogeno dovrebbe bastare fino a domani, data in cui ci auguriamo che il fornitore possa effettuare la consegna.
I telefoni invece sono fuori servizio. I clienti sono terrorizzati dalle scosse sismiche e hanno deciso di restare all’aperto.
Abbiamo cercato di fare il possibile per tranquillizzarli ma, non potendo ripartire a causa delle strade bloccate, sono disposti a trascorrere la notte in macchina. Con le pale e il nostro mezzo siamo riusciti a pulire il viale d’accesso, dal cancello fino alla Ss42.
Consapevoli delle difficoltà generali, chiediamo di predisporre un intervento al riguardo.
Certi della vostra comprensione, restiamo in attesa di un cenno di riscontro”.
La provincia di Pescara, che sarebbe dovuta intervenire per far fronte alla nevicata e alla mancanza di elettricità, era stata già informata alle 7 del mattino di mercoledì 18 gennaio, una decina di ore prima della valanga, che la situazione del Rigopiano era difficile e che occorreva una turbina per raggiungere l’hotel.
Si è scoperto solo successivamente che il mezzo che anche il presidente della provincia Antonio Di Marco cercava e che avrebbe potuto liberare la strada dell’hotel permettendo agli ospiti di salvarsi si trovava una ventina di chilometri dall’albergo, tra i comuni di Penne e Guardiagrele. Per evitare la tragedia sarebbe bastato probabilmente che qualcuno dalla Prefettura l’avesse deviato su Farindola.
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