Cosa cambia davvero con i decreti attuativi sulle unioni civili
Vengono introdotti diritti e doveri molto forti per le coppie omosessuali, tanto da avvicinare le unioni civili all'istituto del matrimonio. Ma quali sono le novità?
Le unioni civili sono legge. Il 14 gennaio scorso, il Consiglio dei ministri ha infatti dato il via libera ai tre decreti attuativi che rendono completo il percorso normativo e ordinamentale del disegno di legge proposto dalla senatrice Monica Cirinnà del Partito Democratico.
La legge sulle unioni civili introduce due istituti diversi per le coppie omosessuali e per le coppie etero. Vengono introdotti diritti e doveri molto forti per le coppie omosessuali, tanto da avvicinare le unioni civili all’istituto del matrimonio. Per le coppie etero nascono le convivenze di fatto e l’assistenza del partner in carcere e in ospedale.
L’unione civile tra persone dello stesso sesso – si costituisce “di fronte all’ufficiale di stato civile e alla presenza di due testimoni”. I diritti e doveri della nuova coppia omosessuale, saranno disciplinati e avranno molti punti in comune del codice civile sul matrimonio sanciti dall’art. 143 fatta eccezione per l’obbligo di fedeltà.
Adottare il cognome del partner tra persone dello stesso sesso – “per la durata dell’unione civile, possono stabilire di assumere un cognome comune scegliendolo tra i loro cognomi. La parte può anteporre o posporre al cognome comune il proprio cognome”.
Decesso, separazione, TFR e pensione tra persone dello stesso sesso – In caso di decesso di uno dei due coniugi è prevista la reversibilità della pensione. Per quanto riguarda il possibile scioglimento dell’unione civile della coppia, saranno applicate le discipline della separazione e dello scioglimento previste dal matrimonio.
Secondo ii decreti attuativi, “il giudice stabilisce il diritto del convivente di ricevere dall’altro convivente gli alimenti qualora versi in stato di bisogno e non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento”.
In caso di decesso, si applicano le norme in vigore per il matrimonio: al partner superstite va il 50 per cento e il restante va agli eventuali figli.
Gli obblighi della coppia omosessuale – “Dall’unione deriva l’obbligo reciproco all’assistenza morale e materiale e alla coabitazione”. È prevista la coabitazione della coppia e la partecipazione al sostentamento reciproco in relazione alle proprie possibilità finanziarie.
La residenza della coppia omosessuale – “Le parti concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare e fissano la residenza comune; a ciascuna delle parti spetta il potere di attuare l’indirizzo concordato”. Il comma ricalca le norme del diritto di famiglia.
Stracciata la stepchild adoption tra persone dello stesso sesso – Non è prevista la possibilità di adottare il figlio del partner, anche se come previsto dall’articolo 3, resterebbe invariata la possibilità in materia di adozione, che vede affidata alla magistratura la decisione caso per caso.
Le convivenze di fatto per le coppie eterosessuali – La coppia può stipulare, non obbligatoriamente, un contratto di convivenza, attraverso il quale disciplinare eventuali beni patrimoniali. Nel caso dovesse finire la convivenza di fatto uno dei due partner potrà avere diritto agli alimenti in relazione allo stato di bisogno o non risulti in grado di provvedere autonomamente al proprio mantenimento. L’eventuale assegno, stabilito dal giudice, non sarà illimitato e sarà corrisposto per un periodo calcolato in proporzione alla durata della convivenza della coppia.
Diritti nelle coppie di fatto eterosessuali – È stata introdotta la facoltà di indicare il proprio partner per assumere decisioni importanti in ambito sanitario e la comunicazione della donazione degli organi.
Filomena Gallo, Segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, che ha sostenuto in maniera molto attiva la legge sulle unioni civili, dichiara a TPI: “Siamo giunti ad un importante punto di partenza per riconoscere e diffondere diritti che nel resto del mondo vengono rispettati ormai da tempo. L’Italia arriva in ritardo”.
Secondo Gallo, “Il concetto di famiglia è cambiato, anche il dibattito che è emerso lo dimostra. Ora occorre un passo in più sulla stepchild adoption, ovvero sulla possibilità per le coppie omosessuali di adottare figli”.
“Proibire l’adozione”, continua Gallo, “significa di fatto negare dei diritti e lasciare le situazioni già esistenti in un limbo. Non si possono ignorare le coppie che hanno già dei figli, quei bambini vanno tutelati. Sono arrivate nuove tutele anche per tutte le coppie eterosessuali che non intendono o non possono ricorrere all’istituto del matrimonio. Ampliare i diritti significa ampliare il concetto di democrazia”, conclude il segretario.