Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 10:30
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Gli spot delle elezioni israeliane

Immagine di copertina

Tra meno di tre settimane Israele va al voto: ai politici non manca la fantasia

Mancano meno di tre settimane alle elezioni israeliane: un tempo le più partecipate fra le democrazie che non multano l’astensione (affluenza al 85/90 per cento), le ultime nel 2013 si sono fermate al 69 per cento.

Netanyahu arranca alla fine di un mandato in cui ha seriamente danneggiato la rispettabilità internazionale di Israele e ha compiuto numerosi passi falsi in ambito domestico, in particolare rispetto alle sue spese familiari esagerate.

Leggi Israele al voto: i partiti si preparano alle elezioni anticipate del 17 marzo

Tuttavia, permane l’annosa questione della mancanza di leadership alternativa, in particolare a sinistra. Il progressista Herzog, che si è alleato con la centrista Livni costituendo il Campo Sionista, non ha il peso specifico di vecchi leader come Rabin o l’ex presidente Peres.

È possibile quindi che Bibi, così come il pubblico israeliano chiama l’attuale primo ministro, la spunti di nuovo (i sondaggi lo vedono all’incirca alla pari con Herzog, che dovrebbe alternarsi con la Livni per la premiership).

Al solito, la sua campagna si basa sulla sicurezza. Da Parigi e Copenaghen fino all’Isis e l’Iran (che si combattono sanguinosamente in Siria), Bibi alimenta lo spauracchio dell’accerchiamento trattandoli come fossero un tutt’uno.

Qui il suo video di campagna più discusso: “svoltate a sinistra” se volete lo stato islamico a Gerusalemme. 
In questa versione invece Netanyahu è un baby sitter, il solo “affidabile per prendersi cura dei vostri bambini”.

Ancora più a destra, il leader di “il focolare ebraico” Naftali Bennet potrebbe essere decisivo per la formazione di una nuova coalizione di governo conservatrice.

La maggioranza parlamentare è garantita da 61 seggi, il che rende impossibile il formarsi di un governo monocolore (i due partiti più grandi, cioè il Likud di Bibi e la sinistra centrista di Herzog-Livni, stanno fra i 25 e i 30).

Nel video, Bennet contesta un presunto atteggiamento apologetico di Israele verso i partner internazionali. Gira per Tel Aviv e subisce continui torti, da quello che lo tampona alla cameriera che gli rovescia addosso il caffè. Lui, serafico, invece di reagire arrabbiato prodiga accorate scuse.

L’inevitabile toto-coalizioni apre un capitolo interessante riguardo i partiti arabi, in una tornata elettorale che ha poco da proporre rispetto al conflitto (la pace non viene trattata seriamente da nessuno se non dalla sparuta estrema sinistra Meeretz).

Ebbene, i partiti arabi sono tradizionalmente frammentati e danneggiati da una certa apatia elettorale da parte dei palestinesi israeliani (vuoi per principio o per scetticismo).

Questa volta, però, l’incremento della soglia minima per entrare in parlamento da 2 per cento a 3,25 per cento ha costretto i litigiosi partitini a mettersi insieme in una Lista Araba Unita.

Tale lista, se gli arabi scegliessero di rinunciare all’astensionismo e sfruttassero il canale di pressione democratico che li vede demograficamente sempre più avvantaggiati, potrebbe raggiungere i 12 seggi imponendosi come terzo partito.

E qui viene il dilemma: mentre è certo che Bibi non ci andrebbe in coalizione nemmeno sotto tortura, lo farebbe Herzog che è molto più sprovvisto di alleati a sinistra? Oppure, se dovesse prendere un seggio in più rispetto a Netanyahu, sarebbe disposto a farsi sfuggire la premiership a beneficio di Bibi pur di non includere gli arabi nel gabinetto?

Quest’ultima possibilità, che solleverebbe la notissima problematica di Israele come democrazia di stampo etnico-religioso, sembra la più probabile vista la sua campagna più securitaria che pacifista.

Qui il video in cui accusa Netanyahu di non essere stato efficace nel contrastare la minaccia dei tunnel a Gaza.

Per chiudere con un altro video curioso, qui sotto lo spot dello Shas di Aryeh Deri. Il background: da quando la sinistra mainstream ha lasciato perdere la pace come bandiera, si è lanciata su problematiche socio-economiche interne. In primis, le diseguaglianze all’interno della società israeliana e l’incremento del costo della vita che mortifica il potere d’acquisto della classe media.

Rimane storica la campagna di Boulvard Rothschild a Tel Aviv nel 2011, un movimento contro il caro-casa di cui la sinistra si è fatta interprete assieme al neofita Yair Lapid (destinato a sgonfiarsi sonoramente in queste elezioni dopo l’exploit del 2013).

La “caduta del potere d’acquisto della classe media” è però l’ultima delle preoccupazioni di Shas, partito religioso fondato per tutelare gli ebrei sefarditi (di origine orientale) contro l’esclusivismo elitista degli ashkenazi che li lascia ai margini. Per loro, racconta il video, bisognerebbe piuttosto occuparsi dei poveri veri, quelli “invisibili”.

Ti potrebbe interessare
Esteri / Gaza, media: “6 morti nei raid odierni di Israele”. Tel Aviv: “Altri 2 soldati caduti in azione”. Raid dell'Idf a Nablus: uccisi 2 miliziani palestinesi. Siria: riapre l'aeroporto di Damasco
Esteri / Cecilia Sala, le similitudini con il caso francese: così Macron ottenne dall’Iran il rilascio del suo ricercatore
Esteri / L’Iran su Cecilia Sala: “Su di lei aperta un’inchiesta. Nessun legame con Abedini”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Gaza, media: “6 morti nei raid odierni di Israele”. Tel Aviv: “Altri 2 soldati caduti in azione”. Raid dell'Idf a Nablus: uccisi 2 miliziani palestinesi. Siria: riapre l'aeroporto di Damasco
Esteri / Cecilia Sala, le similitudini con il caso francese: così Macron ottenne dall’Iran il rilascio del suo ricercatore
Esteri / L’Iran su Cecilia Sala: “Su di lei aperta un’inchiesta. Nessun legame con Abedini”
Esteri / Iran, il governo di Teheran avverte l’Italia: “L’arresto di Abedini è illegale e danneggia i rapporti bilaterali”
Esteri / Cecilia Sala: ambasciatrice italiana in Iran ricevuta dal ministero degli Esteri. Fissata il 15 gennaio l’udienza a Milano sulla richiesta dei domiciliari per Abedini
Esteri / Corea del Sud: sospeso ogni tentativo di arrestare il deposto presidente Yoon
Esteri / Usa, sospetto attentato a Las Vegas: per l’FBI l’autore si è suicidato “per motivi sconosciuti”
Esteri / Gaza, al-Jazeera: “52 morti nei raid odierni di Israele”. Idf smentiscono evacuazione dell'ospedale indonesiano
Esteri / Usa, sospetto attentato a Las Vegas: l’autore era un militare ed era stato nella stessa base dell’attentatore di New Orleans
Esteri / Iran: la poetessa baha'i Mahvash Sabet dovrà tornare nel carcere di Evin