Israele e Turchia a un passo dalla normalizzazione delle relazioni dopo una crisi di sei anni
Dal 2010, in seguito all'uccisione di 10 attivisti turchi che tentavano di violare il blocco navale di Gaza, i due paesi avevano interrotto i loro rapporti
La normalizzazione dei rapporti tra Israele e Turchia daranno nuovo slancio all’economia, ha detto il primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre il presidente turco Tayyip Erdogan vede i nuovi accordi diplomatici come un passo verso il miglioramento delle condizioni umanitarie di Gaza.
I due paesi mediorientali hanno raggiunto ieri, 26 giugno, l’accordo che porterà alla normalizzazione dei loro rapporti diplomatici, dopo una crisi durata sei anni e scatenata in seguito all’uccisione di 10 attivisti turchi filopalestinesi che avevano cercato di violare il blocco della striscia di Gaza a bordo di una nave della Freedom Flotilla, nel maggio 2010.
Entrambi i paesi cercano nuove alleanze in una regione sempre più polarizzata e preoccupata dall’ascesa del sedicente Stato islamico.
In una dichiarazione in seguito all’incontro con il segretario di Stato americano John Kerry a Roma, Netanyahu ha detto che l’accordo rappresenta “un passo importante”.
“Ha anche enormi implicazioni per l’economia israeliana, e uso questo termine a ragion veduta”, ha detto.
Anche John Kerry ha accolto con favore l’accordo, dicendosi soddisfatto.
Maggiori dettagli sull’accordo saranno annunciati ufficialmente da Netanyahu a Roma e dal primo ministro turco Binali Yildirim ad Ankara. Il piano, politicamente delicato per entrambi i paesi, potrebbe aprire la strada a nuovi accordi commerciali sul gas.
Erdogan, parlando con il presidente palestinese Mahmoud Abbas per telefono nella notte tra il 26 e il 27 giugno, gli ha assicurato che la normalizzazione degli accordi con Israele migliorerà la situazione umanitaria a Gaza. Secondo fonti turche Abbas ha espresso soddisfazione per l’accordo.
Israele, che aveva già espresso le sue scuse formali ad Ankara, ha accettato di pagare 20 milioni di dollari come risarcimento.
Un alto funzionario turco ha descritto l’accordo come una “vittoria diplomatica” per la Turchia, anche se Israele non ha accettato di rimuovere il blocco di Gaza, che era una delle condizioni chieste da Ankara.
La Striscia di Gaza è governata dagli islamisti di Hamas, ostili a Israele, e il governo israeliano sostiene che il blocco è necessario per impedire il contrabbando di armi.
Secondo l’accordo, la Turchia potrà fornire aiuti umanitari e altri beni non militari a Gaza e potrà realizzare nuove infrastrutture, come ad esempio edifici e ospedali. Saranno inoltre adottate misure per affrontare la crisi idrica e la crisi alimentare dell’area.