Incendi in Israele, evacuate decine di migliaia di persone
A fuoco anche i quartieri centrali della città di Haifa, lungo la costa a nord del paese. Per le autorità dietro i roghi potrebbero esserci motivazioni politiche
Decine di migliaia di persone sono state costrette a lasciare Haifa, la terza città più grande di Israele, giovedì 24 novembre 2016 dopo che una serie di incendi si sono diffusi nel centro e nel nord del paese. Lo ha riferito il capo della polizia israeliana, il quale ha detto che dietro i roghi dolosi potrebbero esserci ragioni politiche.
Le fiamme sono divampate nei boschi a ovest di Gerusalemme, intorno ad Haifa e anche nei quartieri centrali della città situata nel nord del paese, dove vivono circa 300mila abitanti, divorando una pompa di benzina sulla quale i pompieri sono prontamente intervenuti.
Gli incendi si sono sviluppati in una serie di località negli scorsi tre giorni ma si sono intensificati giovedì 24 novembre, alimentati dal tempo secco fuori stagione e forti venti. A Haifa, scuole e università sono state evacuate, i detenuti di due prigioni sono stati spostati in altre carceri e anche i pazienti di un’ospedale sono stati condotti altrove.
Il ministro dell’Istruzione Naftali Bennett, leader di un partito di estrema destra, ha detto che chiunque abbia appiccato il fuoco non può essere ebreo, insinuando che ci fossero musulmani o palestinesi dietro la questione.
La polizia ha detto che nei casi in cui si è trattato di roghi dolosi, i sospetti hanno condotto in direzione dei nazionalisti. Alcune persone sono state arrestate ma le autorità non hanno divulgato i nomi.
Sui social media alcuni musulmani e palestinesi hanno festeggiato le fiamme e l’hashtag #Israelisburning era tra le tendenze.
Mercoledì 23 novembre il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che gli incendi hanno avuto cause “naturali e non naturali” e alcuni funzionari hanno parlato di “intifada degli incendi”, riferendosi alle precedenti rivolte palestinesi contro Israele.