Tutti gli ultimi aggiornamenti sull’offensiva per cacciare l’Isis da Mosul
Tutto quello che c'è da sapere, giorno per giorno, sulla campagna per espellere il sedicente Stato islamico dalla sua capitale irachena cominciata il 17 ottobre 2016
Nelle prime ore di lunedì 17 ottobre 2016 è cominciata l’offensiva per sottrarre Mosul, la seconda città più grande dell’Iraq, ai miliziani del sedicente Stato islamico che dal luglio del 2014 ne avevano fatto la propria capitale.
Alla massiccia campagna partecipano oltre 30mila uomini: le forze governative irachene, i peshmerga curdi, i volontari cristiani, le milizie paramilitari sciite e i combattenti delle tribù sunnite. Prendono parte anche le forze della coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti, fornendo assistenza e supporto.
Tutto quello che c’è da sapere, giorno per giorno:
18.01.2017
– Le forze armate irachene hanno reso noto di aver completato la liberazione della parte est di Mosul dall’Isis e di controllare tutta la sponda orientale del fiume Tigri che divide a metà la città. La parte occidentale è ancora interamente in mano ai miliziani estremisti.
14.01.2017
– Le forze speciali irachene hanno reso noto che l’università della città è stata “totalmente liberata” dai guerriglieri dell’Isis. I media curdi hanno infatti riferito che sono state riconquistate tutte le zone meridionali e orientali sulla riva sinistra del Tigri, che taglia la città in due.
13.01.2017
– Le forze irachene hanno preso il controllo del campus universitario di Mosul e di un secondo ponte sul fiume Tigri.
– Il leader olandese dei foreign fighters dell’Isis, Abu Omar Hollandi, è rimasto ucciso negli scontri tra le forze governative irachene e i miliziani jihadisti nel quartiere Muhandiseen di Mosul est.
12.01.2017
– Le forze irachene fanno progressi nella parte sudorientale di Mosul, che si è dimostrata un terreno di battaglia più difficile rispetto alla parte orientale e nordorientale della città.
10.01.2017
– Mentre prosegue l’avanzata delle forze irachene che costringono i miliziani dell’Isis a retrocedere, sale il bilancio delle vittime civili, riferiscono le Nazioni Unite.
(Qui sotto la mappa di TPI che mostra la situazione attuale in Siria e in Iraq. L’articolo prosegue dopo l’immagine)
09.01.2017
– Le forze speciali irachene avanzano ulteriormente e sono a un passo dal ricongiungersi con le unità dell’esercito nella parte orientale di Mosul.
08.01.2017
– Le forze speciali irachene hanno raggiunto la sponda orientale del fiume Tigri, che divide a metà la città di Mosul. L’Isis controlla ancora la parte occidentale della città.
06.01.2017
– Per la prima volta le truppe irachene sono entrate a Mosul da nord. Intanto, truppe d’élite hanno raggiunto e attraversato in un raid notturno il fiume Tigri dalla parte est della città, che è ormai quasi interamente sotto il controllo dell’esercito.
05.01.2017
– Un rapporto di Amnesty International denuncia che le milizie sciite che combattono lo Stato islamico al fianco delle forze armate irachene commettono crimini di guerra utilizzando le armi fornite da Stati Uniti, Europa, Russia e Iran all’esercito di Baghdad.
04.01.2017
– Il tenente generale Talib Shaghati a capo delle operazioni per la liberazione di Mosul ha reso noto che le forze irachene hanno ottenuto il controllo di circa il 70 per cento della parte orientale della città.
– Le Nazioni Unite hanno riferito che otre 2.000 iracheni al giorno abbandonano Mosul. I profughi sono aumentati in maniera esponenziale da quando è cominciata la seconda fase della campagna per la liberazione della città.
29.12.2016
– Le forze di sicurezza irachene hanno dato avvio alla seconda fase dell’offensiva contro l’Isis a Mosul giovedì 29 dicembre 2016, attaccando alcuni quartieri orientali della città, dove la battaglia è rimasta in una situazione di stallo per quasi un mese. Migliaia di soldati della polizia federale sono passati all’attacco anche nella parte sudorientale di Mosul.
27.12.2016
– Un attacco aereo della coalizione a guida statunitense ha messo fuori uso l’ultimo ponte funzionante sul Tigri, il fiume che attraversa la città.
06.12.2016
– Le forze irachene hanno lanciato un attacco dalla periferia a sudest di Mosul verso il centro della città, nel tentativo di sbloccare l’offensiva iniziata sette settimane fa per riprendere il controllo della roccaforte irachena dell’Isis.
28.11.2016
– Dopo sei settimane di offensiva, le forze irachene hanno ottenuto il controllo della metà dei quartieri orientali di Mosul. Ma le forze speciali stanno passando al setaccio i civili per verificare se tra di loro si nascondano dei miliziani. Centinaia di uomini hanno dovuto non solo mostrare i loro documenti di identità ma anche sollevare magliette e camicie per dimostrare di non indossare cinture esplosive. Nel frattempo, i vertici militari iracheni hanno reso noto di aver ucciso quasi mille jihadisti dall’inizio della campagna.
23.11.2016
– Migliaia di civili iracheni hanno lasciato la città irachena di Tal Afar, sulla strada tra Mosul e Raqqa, mentre gruppi paramilitari sciiti hanno circondato la città che si trova al momento sotto il controllo dell’Isis. L’esodo da Tal Afar, 60 chilometri a ovest di Mosul, preoccupa le organizzazioni umanitarie perché alcuni dei civili si stanno dirigendo nel territorio controllato dai ribelli, dove non può essere fornita loro adeguata assistenza.
22.11.2016
– Le forze aeree statunitensi hanno attaccato un ponte che attraversa il fiume Tigri, distruggendolo e limitando così i movimenti dei miliziani tra la parte orientale e quella occidentale della città, secondo quanto dichiarato da un ufficiale statunitense. Tutti e cinque i ponti che attraversano il fiume Tigri a Mosul erano stati minati dai miliziani, che hanno preso il controllo della città nel 2014, ma i jihadisti hanno continuato a utilizzarli fino a quando molti di questi non sono stati distrutti.
17.11.2016
– L’organizzazione per la difesa dei diritti umani Human Rights Watch ha riferito che i miliziani dell’Isis potrebbero aver ucciso oltre 300 ex agenti di polizia iracheni per poi seppellirli in una fossa comune nei pressi di Hammam al-Alil, a sud di Mosul.
16.11.2016
– Il corrispondente dall’Iraq della Bbc Quentin Sommerville è entrato in una fabbrica nella zona industriale di Mosul dove venivano prodotti migliaia di proiettili per l’artiglieria pesante. Circa 20 o 30 uomini lavoravano nell’impianto di produzione, vitale per l’apparato bellico del sedicente Stato islamico che bruciava petrolio perché il fumo nascondesse la struttura alla ricognizione aerea. Molti ordigni sono stati lasciati all’interno della fabbrica abbandonata, ma altrettanti potrebbero essere stati trasferiti all’interno della città in preparazione per lo scontro finale.
15 novembre 2016
– I miliziani dell’Isis hanno ucciso 21 civili a Mosul, nel nord dell’Iraq, accusandoli di aver collaborato con le forze di sicurezza irachene sostenute dagli Stati Uniti nell’offensiva per riprendere la città dal controllo del sedicente Stato islamico. La notizia delle esecuzioni è stata fornita da una fonte medica ed è esplicativa del fatto che i jihadisti hanno mantenuto la vigilanza su alcune aree della città a oltre quattro settimane dall’inizio dell’offensiva per liberare Mosul.
Le forze irachene dell’antiterrorismo hanno violato le difese dell’Isis nella parte orientale della città due settimane fa, ma hanno dovuto affrontare la resistenza dei miliziani che hanno aumentato gli attacchi con autobombe, cecchini e contrattacchi. Hanno combattuto in una decina dei circa 50 quartieri sul lato orientale della città, divisa in due dal fiume Tigri che attraversa il centro
11 novembre 2016
– L’Isis ha ucciso 40 civili martedì 8 novembre 2016 dopo averli accusati di tradimento. I loro corpi sono stati poi appesi ai pali dell’elettricità in diversi distretti. Lo ha reso noto oggi l’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani. Un altro uomo è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco per aver disobbedito al divieto di usare il telefono cellulare imposto dai miliziani.
– Le forze speciali irachene sono riuscite ad avanzare all’interno della città di Mosul, nonostante la resistenza dei miliziani dell’Isis che utilizzano i civili come scudi umani. Sotto il controllo delle forze governative si trovano ora circa 6 quartieri conquistati negli ultimi dieci giorni.
10 novembre 2016
– Uomini vestiti con divise della polizia federale irachena avrebbero torturato e ucciso i residenti di alcuni villaggi a sud di Mosul durante la campagna militare per strappare la città dal controllo del sedicente Stato Islamico. Amnesty International ha denunciato che “almeno sei persone” sarebbero state trovate morte il mese scorso nelle frazioni di Shura e Qayyara, due villaggi sospettati dalle forze di sicurezza di essere legati agli estremisti islamici dell’Isis.
8 novembre 2016
– I miliziani dell’Isis hanno rapito 295 ex membri delle forze di sicurezza irachene nei pressi di Mosul e hanno costretto 1.500 famiglie a ripiegare insieme a loro dalla città di Hammam al Alil, che si trova a sud della città, verso l’aeroporto di Mosul. Lo ha dichiarato la portavoce dell’agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani. Le persone trasferite a forza o rapite potrebbero essere utilizzate come scudi umani o uccise, ha aggiunto Shamdasani. L’Onu inoltre è stata informata del rapimento di almeno 30 sceicchi a Sinjar la scorsa settimana. Secondo un rapporto, 18 di questi sarebbero stati uccisi venerdì 4 novembre.
7 novembre 2016
– I militari iracheni hanno riferito di aver rinvenuto cento corpi decapitati all’interno dell’edificio che ospita la facoltà di Agricoltura nella cittadini di Hamam al-Alil. La città era stata liberata dai miliziani dell’Isis, i presunti autori della strage, sabato 5 novembre.
– I peshmerga hanno ottenuto il controllo di Bashiqa ma restano sacche di resistenza dell’Isis. Gli uomini delle forze curde cercheranno di eliminarle nei prossimi giorni ma si teme che intanto i miliziani usino i tunnel scavati sotto la cittadina per attaccare e che ricorrano ancora alle autobombe.
– Le milizie dei peshmerga curdi hanno attaccato la città di Bashiqa, controllata dal sedicente Stato islamico, 15 chilometri a nordest di Mosul, cercando di allontanare altri miliziani jihadisti dalla città, mentre le truppe irachene sono impegnate nei combattimenti all’interno di Mosul. L’offensiva è ormai entrata nella quarta settimana. I peshmerga impegnati a Bashiqa sono circa duemila. Mentre il convoglio curdo si dirigeva verso la città, almeno due autobombe dell’Isis sono esplose per impedirne l’avanzata.
4 novembre 2016
– Le truppe dell’antiterrorismo irachene (Cts) hanno catturato sei quartieri della parte orientale di Mosul liberandoli dai miliziani dell’Isis. Si tratta dei quartieri di Malayeen, Samah, Khadra, Karkukli, Quds e Karama. Secondo quanto si legge in una nota diffusa oggi, sono state inflitte pesanti perdite ai jihadisti e innalzate bandiere irachene sugli edifici delle zone liberate.
– Le forze speciali irachene hanno intensificato gli attacchi contro i combattenti del sedicente Stato Islamico nella roccaforte di Mosul, cercando di espandere il territorio controllato dall’esercito nella parte orientale della città, dopo che il leader del gruppo jihadista ha detto ai suoi combattenti in un messaggio audio di combattere in difesa della città.
3 novembre 2016
– L’Isis ha pubblicato online un discorso audio del suo leader Abu Bakr al-Baghdadi, in cui il califfo incita i combattenti, in particolare quelli incaricati della difesa di Mosul in Iraq, e chiede ai miliziani dell’Isis di compiere attacchi in Arabia Saudita e Turchia. L’ultimo messaggio del leader risaliva a quasi un anno fa. Secondo i servizi di intelligence, al-Baghdadi si trova all’interno di Mosul, insieme ai miliziani rimasti a difendere la città. Fu nella principale moschea della città irachena che nel 2014 dichiarò il Califfato.
(Una bambina fuggita dal quartiere Samah di Mosul insieme a un parente, al posto di blocco delle forze speciali irachene a Kokjali, ad est di Mosul, Iraq. Credit: Zohra Bensemra)
1 novembre 2016
– Le forze dell’antiterrorismo irachene (Cst) sono entrate nella sede che ospita la Tv di stato nel quartiere di Kukjali a Mosul. Si tratta del primo edificio riconquistato dalle mani dell’Isis dall’inizio dell’offensiva. Lo ha annunciato il generale Talib Shaghati.
– Le truppe irachene sono quindi riuscite a penetrare all’interno della città, nonostante la strenua resistenza dell’Isis, senza subire perdite.
– Si è diffusa la notizia che l’Isis abbia provato a trasferire circa 25mila civili da Hammam al-Alil a sud di Mosul verso la roccaforte per usarli come scudi umani alle prime ore di lunedì 31 ottobre. Tuttavia, non sarebbero riusciti nel loro intento a causa della pressione delle forze aeree della coalizione guidata dagli Stati Uniti.
31 ottobre 2016
– Le truppe irachene hanno penetrato le linee di difesa dell’Isis e sono riuscite a raggiungere il confine orientale di Mosul, precisamente del quartiere di Karama. L’offensiva per espellere il sedicente Stato islamico dalla sua capitale irachena è entrata proprio oggi nella sua terza settimana.
– La battaglia all’interno della città sarà sicuramente complicata dalla presenza di un milione e mezzo di civili che i combattenti jihadisti intendono usare come scudi umani.
– Intanto, cinque villaggi sono stati sottratti ai miliziani estremisti a nord della città, dove l’offensiva è guidata dei peshmerga curdi, mentre l’esercito regolare irachene procede da sud.
29 ottobre 2016
– Le milizie sciite irachene hanno annunciato di aver lanciato un attacco contro i miliziani dello Stato islamico a Tal Afar, a ovest di Mosul. L’obiettivo è quello di tagliare le vie di approvvigionamento dei jihadisti da Raqqa, in Siria.
– La presenza di milizie sciite in una zona prevalentemente sunnita è causa di preoccupazione e si temono episodi di violenza di matrice settaria, benché finora non se ne siano registrati.
27 ottobre 2016
– A undici giorni dall’inizio dell’offensiva per espellere l’Isis da Mosul, l’esercito iracheno sono arrivati in prossimità di una cittadina a sud della capitale del califfato, Hammam al-Alil, dove i miliziani del sedicente Stato islamico hanno giustiziato decine di persone per scoraggiare la popolazione dal tentare una ribellione. Le truppe irachene, sostenute dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, affrontano il fuoco dei cecchini e gli attacchi suicidi a bordo di automobili imbottite di esplosivi, come mostrato nel video diffuso da ITV News.
– Le forze regolari irachene e quelle curde hanno “ripulito” dai miliziani dell’Isis oltre trenta villaggi nell’area circostante Mosul, la capitale dell’autoproclamato califfato. Ma l’offensiva contro il sedicente Stato islamico nel cuore del suo territorio è resa estremamente pericolosa dalla disseminazione di trappole esplosive e mine.
– I residenti dei villaggi liberato hanno riferito che i miliziani dell’Isis hanno obbligato per giorni anziani, donne e bambini a fare da scudi umani per coprire la loro ritirata verso la roccaforte di Mosul mentre i ragazzi più grandi e gli uomini in età da combattimento sono stati separati dalle loro famiglie e non si sa che fine abbiano fatto.
26 ottobre 2016
– il segretario alla Difesa americano Ash Carter ha annunciato che l’offensiva per espellere l’Isis da Raqqa, la capitale siriana del sedicente Stato islamico, comincerà presto e potrebbe sovrapporsi alla campagna per la liberazione di Mosul in corso da lunedì 17 ottobre.
25 ottobre 2016
– I miliziani dell’Isis hanno commesso atrocità nei pressi della roccaforte di Mosul, in Iraq, dopo l’inizio dell’offensiva dell’esercito iracheno per riprendere il controllo della città, secondo quanto ha dichiarato Rupert Colville, portavoce dell’Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, citando informazioni preliminari da fonti in loco.
– I miliziani del sedicente Stato islamico hanno ottenuto il controllo di circa metà di una cittadina irachena nella provincia occidentale di Anbar che si trova nei pressi del confine con Siria e Giordania. I jihadisti hanno attaccato Rutba nel corso di domenica 23 ottobre nel tentativo di alleviare la pressione su Mosul, nel nord dell’Iraq, dove da lunedì 17 ottobre è in corso un’offensiva da parte delle forze irachene e curde sostenute dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti per espellere l’Isis. I miliziani hanno espanso l’area sotto il loro controllo durante combattimenti nel corso della notte. L’esercito iracheno e i combattenti delle tribù sunnite controllano l’altra metà della città e hanno annunciato l’arrivo di rinforzi.
23 ottobre 2016
– L’Isis ha lanciato un attacco contro la città di Rutba, nella provincia occidentale di Anbar, nell’apparente tentativo di distogliere l’attenzione dall’offensiva del governo in atto su Mosul. Il sindaco della città, Imad al-Dulaim, ha riferito che l’attacco è stato “feroce” e diversi membri delle forze dell’ordine sono morti. I jihadisti sono riusciti a entrare nella città attraverso cellule terroristiche dormienti. Rutba si trovava sotto il controllo dell’Isis dal 2014, ma era stata riconquistata dal governo iracheno quattro mesi fa.
– I miliziani curdi hanno detto di aver liberato la città di Bashiqa, a nordest di Mosul, dall’Isis. Lo ha riferito Masoud Barzani, presidente della regione curdo-irachena, al segretario della difesa statunitense Ash Carter.
– Le forze irachene e i peshmerga curdi hanno dichiarato di aver lanciato una nuova offensiva su due fronti a nord-est di Mosul, vicino alla città di Bashiqa. In particolare, il generale Haider Fadhil, delle forze speciali irachene, ha detto di aver lanciato un assalto su Bashiqa, circondandola e prendendo il controllo di parte della città. Le milizie curde intanto hanno assunto il controllo di due villaggi nei pressi della città e di un piccolo santuario sciita nella zona.
21 ottobre 2016
– L’Isis ha lanciato una serie di attacchi contro edifici pubblici nella città di Kirkuk, nel nord dell’Iraq, a meno di 200 chilometri da Mosul. In particolare, è stata presa di mira una centrale elettrica. Le vittime sarebbero almeno 18, tra membri delle forze di sicurezza e impiegati, compresi due iraniani, ma fonti ufficiose parlano del doppio. Le forze curde sono riuscite a espellere i miliziani dagli edifici pubblici di cui avevano preso il controllo. Almeno otto jihadisti sono morti negli scontri con le forze di sicurezza oppure facendosi saltare in aria.
– I miliziani dell’Isis hanno dato fuoco a pozzi di petrolio lungo la linea del fronte a sud di Mosul, oscurando il cielo con fumo nero nella speranza di ostacolare le ricognizioni aeree dei jet della coalizione internazionale.
20 ottobre 2016
– Un soldato americano è rimasto ucciso nel nord dell’Iraq in seguito alle ferite riportate per l’esplosione di un ordigno artigianale giovedì 20 ottobre 2016. Lo ha reso noto la coalizione internazionale anti-Isis guidata dagli Stati Uniti. Un ufficiale americano, che ha parlato in condizioni di anonimato, ha riferito che l’incidente ha avuto luogo nei pressi della città di Mosul.
– Il primo ministro iracheno Haider al-Abadi ha dichiarato che l’offensiva su Mosul sta procedendo più rapidamente del previsto. Inoltre, Abadi ha detto che il lavoro congiunto delle forze irachene e dei peshmerga curdi dimostra che il paese è unito nella lotta contro il sedicente Stato islamico. Il suo commento arriva in seguito all’annuncio da parte delle forze curde dell’avvio di un’operazione su vasta scala da est e da nord della città. L’esercito iracheno muove invece da sud.
– Sono almeno 5mila le persone, in maggioranza donne e bambini, che sono arrivate nel campo di al-Hol dalla zona di Mosul negli ultimi dieci giorni, secondo quanto dichiarato dall’ong Save the Children che sta operando nell’area nord-orientale della Siria. Almeno altri mille profughi si sono raggruppati al confine e aspettano di attraversarlo per raggiungere il campo rifugiati.
– Alcuni leader dell’Isis hanno iniziato a fuggire da Mosul, lasciando indietro i foreign fighters ad affrontare l’esercito iracheno e le forze curde che stanno avanzando sulla città. Lo ha riferito un generale degli Stati Uniti, Gary Volesky, parlando con il Pentagono in collegamento video dall’Iraq. I foreign fighters hanno meno contatti locali, è quindi più difficile che riescano ad abbandonare la città. I miliziani stanno bruciando le loro precedenti postazioni mentre si allontanano da Mosul e si stanno ritirando dietro a un sistema di terrapieni, muri e trincee. Il generale ha aggiunto che ci sono stati tentativi di fuga dalla città già prima dell’arrivo delle forze irachene.
– ANALISI: La conquista della seconda città irachena da parte del sedicente Stato Islamico nel 2014 portò a una forte crescita del gruppo. Ecco cosa significherebbe per l’Isis la caduta di Mosul.
– Le milizie curde hanno detto di aver lanciato un’operazione su larga scala a est e a nord di Mosul, mentre continua l’offensiva dell’esercito, appoggiata dalla coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, per cacciare i miliziani dell’Isis dalla città.
19 ottobre 2016
– Una forza paramilitare sciita ha annunciato questa mattina che parteciperà all’offensiva su Mosul al fianco dell’esercito iracheno, alimentando le preoccupazioni circa possibili violenze di stampo settario. Si tratta delle Forze di mobilitazione popolare (Pmf), un’insieme di milizie sciite con legami con l’Iran. Ma la coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti ha fatto sapere che non appoggia la partecipazione della Pmf alla campagna e che sostiene solo ed esclusivamente le milizie che si trovano sotto il diretto comando delle forze di sicurezza irachene.
– A tre giorni dall’inizio dell’offensiva, i peshmerga curdi stanno avanzando nel territorio intorno a Mosul prima dell’assalto alla città. Ma i villaggi nei dintorni della capitale dell’Isis sono disseminati di mine e tunnel imbottiti di esplosivo.
– La Russia ha manifestato la preoccupazione che i miliziani dell’Isis estromessi da Mosul possano passare il confine e riversarsi in Siria e ha suggerito che vengano uccisi sul posto.
– Secondo quanto riportato dall’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), circa 900 persone hanno lasciato la città di Mosul e hanno attraversato il confine con la Siria e si trovano ora in un campo profughi. Si tratta della prima conferma che un grande gruppo di civili ha abbandonato l’Iraq dopo che lunedì 17 ottobre l’esercito iracheno, con l’appoggio della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, ha lanciato l’offensiva per liberare la città dal controllo dei miliziani dell’Isis.
– Gli Stati Uniti hanno espresso il timore che i miliziani dell’Isis utilizzino armi chimiche nel tentativo di rallentare l’avanzata dell’offensiva guidata dall’esercito iracheno nel terzo giorno di combattimenti per la riconquista di Mosul, in Iraq. Le forze speciali americane sul territorio hanno raccolto i frammenti delle bombe per verificare la presenza di eventuali agenti chimici, come l’iprite, un gas utilizzato durante gli attacchi condotti negli scorsi mesi dal sedicente Stato islamico. Washington ritiene che l’Isis non sia ancora riuscito a sviluppare armi chimiche con effetti particolarmente letali e devastanti. L’iprite causa infiammazioni alla pelle e ai polmoni, ma in basse dosi non è letale. Per questo la minaccia principale arriva dalle armi tradizionali, dalle mine antiuomo disseminate sulle vie d’accesso alla città, dalle autobombe e dagli attacchi suicidi con i quali i jihadisti tenteranno di fermare l’avanzata dell’esercito iracheno e dei peshmerga curdi.
– Il presidente americano Barack Obama ha sottolineato la necessità di garantire la sicurezza dei civili: “Se non saremo in grado di assicurarel’incolumità dei civili che fuggono dall’Isis, questo ci renderà più vulnerabili e favorirà il ritorno dello Stato islamico”. Infatti, la caduta di Mosul potrebbe rischiare di scatenare lotte settarie, come accaduto nel 2003 dopo la destituzione di Saddam Hussein.
– Finora la coalizione guidata dagli Stati Uniti ha liberato dieci villaggi nelle vicinanze di Mosul. Le truppe governative stanno avanzando da sud mentre gli alleati curdi si stanno avvicinando da est, ma si trovano ancora tra i 30 e i 40 chilometri fuori dalla città. Nel frattempo, nel nord della vicina Siria i miliziani del sedicente Stato islamico sono stati espulsi da cinque villaggi nell’ambito dell’operazione Euphrates Shield lanciata da Ankara. Sei jihadisti e tre combattenti ribelli siriani sono rimasti uccisi negli scontri.
18 ottobre 2016
– Julian King, commissario europeo alla sicurezza, ha dichiarato a un quotidiano tedesco che i paesi dell’Unione si devono preparare all’arrivo dei jihadisti del sedicente Stato islamico estromessi dalla capitale del califfato in Iraq, Mosul. King ha detto che circa 2.500 dei combattenti dell’Isis presenti a Mosul sono cittadini europei, e alcuni di loro potrebbero tentare di tornare nei paesi di origine. È improbabile che ci sia un esodo di massa dei jihadisti verso l’Europa, ma “anche un numero ridotto rappresenta una grave minaccia e dobbiamo essere pronti”, ha dichiarato King.
– Il quotidiano britannico The Guardian ha riportato che i miliziani si stanno introducendo nelle abitazioni civili per mescolarsi alla popolazione. Inoltre, sono stati scavati dei fossati intorno ad alcuni quartieri della città, specialmente nella parte est, per impedire agli abitanti di fuggire e i combattenti dell’Isis sparano a quelli che tentano di andarsene.
– L’esercito siriano ha accusato la coalizione guidata da Washington di voler permettere ai miliziani dell’Isis di attraversare il confine e riversarsi in Siria.
– Per la prima volta in due anni di guerra all’Isis, gli Stati Uniti hanno reso noto di avere degli uomini sul campo di battaglia, anche se non sono coinvolti direttamente nei combattimenti. Il tenente generale Stephen Townsend, a capo delle operazioni della coalizione anti-Isis in Iraq e Siria, ha reso noto che per la campagna su Mosul sono stati schierati degli uomini appartenenti alle forze speciali che si occupano di dirigere dal terreno i raid aerei per migliorare l’accuratezza degli attacchi. Sul terreno ci sono anche le forze speciali di altri paesi, come la Francia e il Regno Unito – e all’inizio del mese due soldati francesi impegnati nell’addestramento dei peshmerga curdi erano stati gravemente feriti quando l’Isis aveva caricato di esplosivo un drone per uso commerciale -, anche se i loro rispettivi contributi alle operazioni militari non sono noti nel dettaglio. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, e a dispetto della politica di non avere “stivali” americani sul terreno propugnata dall’amministrazione Obama, in Iraq ci sono circa 5mila uomini. Queste truppe, che appartengono per lo più alla stessa 101esima divisione aviotrasportata che occupò Mosul nel 2003, non hanno parte attiva nei combattimenti, ma funzioni di supporto e consulenza, tra cui l’addestramento delle milizie.
17 ottobre 2016
– Le forze governative irachene, con il supporto della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti, hanno lanciato nelle prime ore di lunedì 17 ottobre un’offensiva per riconquistare la città di Mosul, la capitale irachena del sedicente Stato islamico. Si tratta della più grande operazione condotta dall’esercito iracheno dopo il ritiro dei militari americani nel 2011. Inoltre, essa ha assunto una notevole importanza per il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, ormai giunto a fine mandato, ma non è esente da rischi.
– Oltre 30mila truppe dell’esercito, i peshmerga curdi, le milizie paramilitari sciite e i combattenti delle tribù sunnite prendono parte alla massiccia offensiva contro i miliziani dell’Isis.
– Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che anche le truppe turche avranno un ruolo a Mosul, al fianco della coalizione internazionale e dell’esercito iracheno, e che al momento opportuno interverrà l’aeronautica di Ankara. Inoltre, fonti militari turche hanno riferito che circa la metà dei 3mila militari iracheni addestrati dalla Turchia nel campo di Bashiqa, nel nord dell’Iraq, stanno prendendo parte all’operazione.
– Secondo quanto riportato dal network curdo Rudaw, quattro miliziani curdi sono stati uccisi nella mattinata del primo giorno di combattimenti.
– Elicotteri hanno sorvolato i cieli della città attaccando obiettivi strategici. Numerose esplosioni sono state avvertite nelle aree orientali, dove gruppi di combattenti curdi sono avanzati verso alcuni villaggi periferici.
L’annuncio dell’offensiva e le dichiarazioni
“Annuncio oggi l’inizio di un’operazione eroica per la liberazione dal terrore e dall’oppressione di Daesh”, ha detto il primo ministro iracheno Haider Abadi in un discorso alla televisione di stato il 17 ottobre 2016, utilizzando l’acronimo arabo dell’Isis. “Ci incontreremo presto sul terreno di Mosul per celebrare la liberazione e la salvezza”.
“Questa operazione, volta a riprendere il controllo della seconda città dell’Iraq, probabilmente continuerà per settimane, forse più a lungo”, ha dichiarato il comandante della coalizione internazionale impegnata nella lotta all’Isis in Siria e Iraq, il tenente generale americano Stephen Townsend.
“Si tratta di un momento decisivo nella campagna per sconfiggere l’Isis “, ha commentato il segretario della Difesa americano Ash Carter.
“Abbiamo sentito in lontananza una serie di esplosioni, così sono salito sul tetto per vedere cosa stesse accadendo. Sono molto felice che l’operazione per liberare Mosul sia iniziata”, ha raccontato un residente di Mosul all’agenzia di stampa Reuters.
(Potrebbero essere centinaia di migliaia i profughi costretti ad abbandonare Mosul. Credit: Zohra Bensemra. L’articolo prosegue dopo l’immagine)
Risvolti umanitari e i timori legati all’offensiva
A Mosul, in mano ai miliziani dell’autoproclamato califfato dal giugno 2014, vivono secondo le stime 1,5 milioni di persone, e si tratta della città irachena più grande attualmente sotto il controllo dell’Isis, nonché sua ultima grande roccaforte in Iraq.
All’alba di domenica 16 ottobre, la popolazione locale è stata avvertita dell’imminente offensiva tramite alcuni volantini nei quali si suggeriva ai residenti di evitare di esporsi a rischi invitandoli a restare nelle proprie abitazioni.
In città, però, i medicinali scarseggiano e i prezzi dei beni alimentari sono aumentati vertiginosamente. “Le famiglie di Mosul hanno iniziato a mettere da parte le riserve alimentari e non possono uscire dalle proprie abitazioni”, ha raccontato un residente locale. “I miliziani dell’Isis sono ancora in città, non è vero che sono andati via. Questi continuano a erigere muri anti-esplosioni nelle strade per ostacolare qualsiasi avanzata”.
Le Nazioni Unite hanno espresso il timore che la battaglia per la liberazione di Mosul possa richiedere sforzi umanitari grandi e complessi e hanno dichiarato che l’offensiva potrebbe causare fino a un milione di profughi, ma i centri di accoglienza nei pressi di Mosul possono ospitare solo 130mila persone e l’agenzia per i rifugiati (Unhcr) sta lavorando alacremente per espandere la capacità a 800mila.
Sono già tre milioni gli sfollati in Iraq a causa dei conflitti che hanno coinvolto il sedicente Stato islamico e le forze impegnate a contrastarlo.
Un coordinatore umanitario dell’Onu per l’Iraq ha riferito che entro cinque o sei giorni dall’inizio dell’offensiva sono previste le prime evacuazioni dei residenti, in concomitanza con l’avanzata dell’esercito verso la città.
Il Comitato internazionale della Croce rossa, però, ha avvertito del pericolo che i combattenti estremisti usino la popolazione come scudi umani impedendogli di lasciare la città o nascondendosi tra i civili in fuga. Da parte loro, le forze irachene stanno mettendo in piedi un sistema di controllo per verificare che tra i profughi non si nascondano anche miliziani dell’Isis.
L’Unhcr ha detto che fino a 100mila iracheni potrebbero arrivare in Siria e Turchia per sfuggire all’assalto militare volto a liberare la città. Il vice primo ministro turco Numan Kurtulmus ha dichiarato che la Turchia è pronta per accogliere le centinaia di migliaia di potenziali rifugiati in fuga da Mosul. I primi 900 rifugiati sono già arrivati in Siria il 19 ottobre, ma si teme anche che cominci un nuovo esodo verso l’Europa.
Inoltre, è piuttosto vivo il timore che le forze che entreranno a Mosul si rendano responsabili di abusi nei confronti della popolazione locale. In particolare, gli abitanti della città temono l’arrivo delle milizie sciite che potrebbero essere tentate di rivalersi sulla popolazione sunnita per i numerosi attacchi subiti dagli estremisti.
Il primo ministro iracheno Abadi ha tentato di placare tutte queste preoccupazioni e ha invitato i residenti locali a collaborare con le forze governative e la polizia irachena. Proprio per evitare l’innescarsi di un conflitto settario, alle milizie sciite non sarà consentio entrare a Mosul.
La caduta di Mosul e la lotta all’Isis
La caduta di Mosul due anni fa ha segnato di fatto l’inizio dell’avanzata del sedicente Stato islamico nel nord del paese. In seguito alla conquista della città, la seconda per grandezza in Iraq, centinaia di migliaia di civili sono stati costretti a fuggire.
L’anno scorso, una campagna aerea della coalizione guidata dagli Stati Uniti aveva contribuito a respingere i miliziani dell’Isis da gran parte del territorio iracheno, ma un numero compreso tra i 4mila e gli 8mila combattenti sono rimasti a presidio della città.
Nel novembre del 2015, raid aerei statunitensi avevano ucciso tra i 60 e 70 combattenti dell’Isis permettendo così l’apertura di un varco per circa 7.500 unità peshmerga e yazidi.
Se Mosul cadrà, rimane Raqqa in Siria come ultima roccaforte del sedicente Stato islamico. Negli ultimi nove mesi del 2016, il territorio dell’Isis in Iraq e in Siria è diminuito da quasi 80mila chilometri quadrati a 65mila, un’area grande quanto lo Sri Lanka.
A infliggere un altro colpo alla città in bilico un complotto scoperto e soffocato dai leader locali la scorsa settimana.
Secondo quanto è stato reso noto, un comandante del sedicente Stato Islamico avrebbe cercato di mettere in atto un colpo di mano nella città di Mosul e collaborare con il governo di Baghdad per allontanare gli islamisti dalla città.
Alcuni testimoni hanno riferito che le 58 persone condannate a morte per aver preso parte al complotto sono state uccise per annegamento e gettate in fosse comuni.