Un’azienda farmaceutica indiana potrebbe produrre il primo vaccino contro il virus Zika
La Bharat Biotech è al lavoro su due alternative per un rimedio che possa porre fine all'esplosione del virus che sta causando un'emergenza sanitaria globale
Potrebbe essere un’azienda indiana la prima a produrre e commercializzare un vaccino contro il virus Zika, che in Brasile ha provocato finora 4mila casi di bambini affetti da microcefalia, ovvero con una testa insolitamente piccola e conseguenti danni neurologici.
La Bharat Biotech, azienda privata fondata e diretta da Krishna Ella – che vanta un dottorato di ricerca in biochimica presso l’università del Wisconsin-Madison – ha annunciato mercoledì 3 febbraio 2016 che sta lavorando a due possibili alternative.
La prima sarebbe un’opera di ingegneria genetica: la ricombinazione di sequenze del DNA del virus, relativamente semplice da creare ma che non sempre produce una risposta immunitaria abbastanza forte da rendere il vaccino davvero efficace.
La seconda sarebbe una versione disattivata del virus. Essa non è in grado di riprodursi e causare infezioni, ma induce comunque una reazione immunitaria. Secondo gli esperti, questa seconda opzione ha più probabilità di successo.
I test sugli animali dovrebbero cominciare tra due settimane. Secondo il direttore di Bharat Biotech, la compagnia potrebbe essere in grado di produrre milioni di dosi entro qualche mese.
— TUTTO CIÒ CHE DOVRESTE SAPERE SUL VIRUS ZIKA
La Bharat Biotech ha reso noto che ha cominciato a lavorare autonomamente a un vaccino per il virus Zika circa un anno fa, contestualmente allo sviluppo di vaccini per la chikungunya e dengue, due malattie infettive febbrili causate dalle punture delle zanzare Aedes, come il virus Zika.
In India, infatti, la zanzara Aedes è diffusissima, tanto che nel 2015 sono stati registrati 100mila casi di dengue e nel 2014 circa 13mila casi di chikungunya.
Il direttore di Bharat Biotech ha sottolineato che sono diffusi i pregiudizi e le diffidenze per cui una compagnia indiana non sarebbe in grado di condurre una ricerca pionieristica.
La Bharat Biotech fattura circa 100 milioni di dollari l’anno, possiede 50 brevetti e ha venduto più di tre miliardi di vaccini (tra cui polio, epatite B, H1N1 e rabbia) in più di 65 paesi in tutto il mondo.
A marzo del 2015 ha lanciato sul mercato un vaccino contro il rotavirus, causa comune di gastroenterite.
Inoltre l’azienda farmaceutica indiana ha ricevuto fondi per la ricerca da istituti filantropici come la Fondazione Gates e dai governi dell’India, della Norvegia e del Regno Unito.
Tuttavia, il direttore generale del Comitato indiano per la ricerca medica (Icmr), Soumya Swaminathan, smorza gli entusiasmi: “Hanno una pista, essenzialmente… sicuramente non è ancora un vaccino”. Ha aggiunto che non è ancora possibile tirare delle conclusioni sulle due alternative al vaglio, ma la Imcr ha incaricato un gruppo di esperti per esaminare la loro validità.
Anche i ricercatori americani dell’Università del Texas hanno iniziato a lavorare a un vaccino. Si sono recati in Brasile per prelevare campioni utili e stanno procedendo al fine di analizzarli in un laboratorio ad alta sicurezza di Galveston, in Texas.
Martedì 2 febbraio la compagnia farmaceutica francese Sanofi aveva annunciato l’intenzione di lavorare allo sviluppo di un vaccino. Altrettanto ha fatto la giapponese Takeda Pharmaceutical, mercoledì 3 febbraio.
Il virus Zika, è stato definito dall’Oms un’emergenza globale con un contagio esplosivo. Nelle sole Americhe si teme che possa contagiare tra i 3 e i 4 milioni di persone.
L’Oms ha avvertito del pericolo che il virus si diffonda anche in Asia e Africa, mentre arrivano le prime segnalazioni anche dall’Australia, dall’Irlanda e dagli Stati Uniti, i paesi coinvolti sono ormai più di trenta.
Inoltre, sono stati riportati due casi di possibile trasmissione per via sessuale del virus, mettendo in discussione la nozione secondo cui il virus
può essere trasmesso solo dalle zanzare e non da persona a persona, tranne nel
caso della madre e del feto.