L’organizzatore degli attentati di Parigi è stato identificato
Il belga Oussama Atar, 32 anni, è sospettato dagli investigatori francesi di aver coordinato dalla Siria gli attacchi del 13 novembre 2015
A pochi giorni dall’anniversario dagli attentati di Parigi del 13 novembre, costati la vita a 130 persone, gli investigatori francesi hanno identificato l’uomo sospettato di aver organizzato gli attacchi rivendicati dall’Isis.
Oussama Atar, 32 anni, possiede la doppia cittadinanza belga e marocchina. A lui corrisponde, secondo gli inquirenti, il nome di Abou Ahmad, l’uomo già sospettato di aver coordinato dalla Siria gli attacchi all’aeroporto e alla metro di Bruxelles, costati la vita a più di trenta persone.
Ma ora emerge un ruolo del presunto jihadista anche nell’organizzazione degli attacchi di Parigi, secondo quanto riportato dal quotidiano francese Le Monde martedì 8 novembre. Atar è “il solo coordinatore dalla Siria che sia stato identificato durante le indagini”, ha riferito una fonte di sicurezza francese all’agenzia Afp, e avrebbe indicato gli obiettivi da colpire nella capitale francese.
L’uomo ha viaggiato in Medio Oriente a partire dal 2002, sostenendo di lavorare per un ente di beneficenza, ed è stato arrestato nel 2005 nella città irachena di Ramadi per aver attraversato il confine illegalmente dalla Siria.
Durante il periodo trascorso nel carcere di Abu Ghraib e in quello di Camp Bucca, Atar avrebbe incontrato Abu Bakr al-Baghdadi, l’autoproclamato califfo del sedicente Stato islamico.
Dopo una campagna condotta dai suoi parenti e da gruppi umanitari, il governo belga è intervenuto per ottenere la liberazione e il rimpatrio di Atar, che è avvenuto nel 2012. L’anno successivo l’uomo è stato arrestato mentre cercava di fuggire in Tunisia.
Lo scorso giugno le agenzie di intelligence francesi sono state allertate sull’intenzione di Atar di recarsi in Francia attraverso l’Albania facendo ritorno dalla Siria. Ma al momento l’uomo rimane irreperibile. Il fratello minore di Atar, Yassine, è stato arrestato a marzo con l’accusa di reati terroristici, quando gli sono stati trovati addosso residui di esplosivo.