La Francia scende in piazza contro la riforma del lavoro
Centinaia di migliaia di lavoratori e studenti hanno manifestato in decine di città, ci sono stati scontri con la polizia e oltre cento arresti
Centinaia di migliaia di lavoratori e studenti sono scesi in piazza in tutta la Francia giovedì 31 marzo 2016 per protestare contro le nuove riforme sul lavoro che, secondo i sindacati, sono troppo favorevoli agli imprenditori.
La protesta – che ha portato a tantissimi arresti in seguito agli scontri tra gli studenti e la polizia a Parigi, Lione e Nantes – è il quarto test alla tenuta della presidenza di Fracois Hollande.
Hollande deve fare i conti con l’impopolarità e con un tasso di disoccupazione fermo al di sopra della soglia del 10 per cento, a poco più di un anno dalle prossime elezioni presidenziali. Il presidente ha dichiarato che non correrà per un secondo mandato se non riuscirà a diminuire il tasso di disoccupazione.
Secondo gli organizzatori, alla manifestazione avrebbero partecipato più di 1,2 milioni di persone, malgrado la pioggia. Il ministro dell’Interno ha invece riferito che si è trattato di nemmeno 400 mila.
Nella giornata di giovedì, la Reuters TV ha diffuso le immagini di alcuni giovani incappucciati che saltavano sulle macchine parcheggiate a Parigi, schernendo la polizia e lanciando oggetti.
Le forze dell’ordine, in risposta, hanno caricato alcuni gruppi. Scontri simili si sono verificati anche a Lion e il Nantes. Il ministero dell’Interno ha riferito che la polizia ha arrestato più di cento persone e almeno 13 agenti sono rimasti feriti.
(qui sotto la polizia francese in assetto antisommossa. Credit: Reuters)
La partecipazione alle proteste degli impiegati delle ferrovie, dei controllori di volo e del personale tecnico ha causato disagi in tutto il paese. Sotto un cielo piovoso, anche gli studenti del liceo si sono mobilitati insieme ai sindacati in decine di città.
Le ferrovie di stato hanno riferito che lo sciopero di alcuni impiegati ha causato la soppressione del 40-50 per cento del servizio, nella giornata di giovedì. Circa un volo su cinque dell’aeroporto di Orly, a sud di Parigi, è stato cancellato. Inoltre, il 14 per cento dello staff tecnico ha partecipato alle proteste, causando disagi anche nella fornitura di energia elettrica.
I sindacati, inclusa la Confédération générale du travail (Cgt) hanno annunciato che organizzeranno altre proteste il 5 e 9 aprile, e che continueranno finché la proposta di legge non verrà ritirata.
“I piccoli impiegati vengono trattati come spazzatura, ne abbiamo abbastanza. Hollande finge di rappresentare la sinistra”, ha detto Jean-Luc Gutel, un rappresentante della Cgt che lavora per un servizio di consegne a Parigi.
“Dicono ai giovani di studiare per anni, e per cosa?”, ha proseguito Gutel.
La questione al centro delle proteste è una proposta di legge per riformare il codice del lavoro che, secondo i datori di lavoro scoraggia l’occupazione. I critici ritengono infatti che le riforme peggioreranno le condizioni dei lavoratori e porteranno a un aumento dei licenziamenti.
Le riforme, che saranno discusse in parlamento la settimana prossima, garantiranno ai datori di lavoro più flessibilità e potranno stringere accordi interni con i propri impiegati riguardo gli orari di lavoro.
Dopo che i parlamentari dello schieramento comunista hanno esposto in senato dei cartelli chiedendo il ritiro del testo di legge, il primo ministro Manuel Valls ha detto che essi hanno frainteso la riforma.
“Abbiamo già affrontato una serie di questioni. La porta resta aperta per trovare un accordo con le aziende, con i lavoratori e con i giovani di questo paese”, ha dichiarato Valls.
Le proteste sono scoppiate il giorno dopo che Hollande ha dovuto abbandonare un’altra proposta di legge per revocare la cittadinanza francese alle persone condannate per terrorismo. Questa proposta era stata silurata da molti deputati, tra cui alcuni appartenenti al suo stesso schieramento politico.
Hollande aveva ammorbidito la bozza di riforma sul lavoro prima che essa fosse ufficialmente presentata, tagliando una clausola che avrebbe fissato un tetto per il trattamento di fine rapporto.
Gli economisti ritengono che il sistema francese crei uno squilibrio tra i lavoratori più anziani impiegati con contratti a tempo indeterminato e i giovani al primo impiego che sono condannati a spostarsi tra contratti a breve termine.