L’ex presidente egiziano Mubarak nega di essere coinvolto nell’uccisione dei manifestanti del 2011
Durante il nuovo processo sulla vicenda ha respinto le accuse dei giudici di aver fornito armi e veicoli contro la piazza in protesta
L’ex presidente egiziano Hosni Mubarak ha negato di essere coinvolto nell’uccisione di alcuni manifestanti durante le proteste del 2011, parlando all’inizio del nuovo processo sulla vicenda che si tiene giovedì 2 marzo 2017.
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Mubarak, 88 anni, era stato condannato inizialmente alla prigione a vita nel 2012 per aver cospirato per l’uccisione di 239 dimostranti, ma la Corte d’appello aveva ordinato di tenere un nuovo processo.
Il secondo giudizio era terminato nel 2014, quando la corte egiziana aveva deciso di chiudere il caso, ma in seguito a un ricorso si è arrivati a un nuovo giudizio.
Il processo ha avuto inizio giovedì 2 marzo, con le accuse rivolte dal giudice a Mubarak per aver fornito veicoli e armi usati per attaccare i manifestanti.
L’ex presidente egiziano ha replicato che ciò per cui è accusato “non è accaduto”. Mubarak sostiene da tempo la sua innocenza e ha più volte detto che la storia lo giudicherà come un patriota che ha servito il suo paese.
Aggiornamento, ore 16.40: La corte egiziana ha stabilito l’innocenza dell’ex presidente Mubarak.
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