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Tutte le congiure della Cia per uccidere Fidel Castro

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Nella sua vita si contano 637 congiure ordite dalla Cia e dagli esiliati cubani per uccidere il leader rivoluzionario, alcune particolarmente bizzarre

Nella vita di Fidel Castro si contano 637 congiure ordite per assassinarlo. Secondo Fabian Escalante, un’ex guardia del corpo che ha scritto un libro a riguardo la Cia e gli esiliati cubani avrebbero tentato per mezzo secolo di uccidere, senza successo, il leader rivoluzionario cubano morto due giorni fa a novant’anni.

Lo stesso Fidel una volta scherzò sul tema dicendo: “Se sopravvivere ai tentativi di omicidio fosse una disciplina olimpica, avrei vinto più volte la medaglia d’oro”.

Le idee su come uccidere lo scomodo rivoluzionario che creò una nazione comunista alle porte degli Stati Uniti a volte furono così bizzarre da non essere mai nemmeno messe in pratica, come racconta nel suo libro l’ex guardia del corpo.

La più famosa è quella del sigaro esplosivo, considerata un buon metodo per togliere di mezzo il leader cubano famoso per la sua passione per il fumo. 

I documenti resi pubblici durante l’amministrazione Clinton provano che la Cia a un certo punto iniziò a studiare i molluschi dei Caraibi. L’idea era di riempire di esplosivo un esemplare particolarmente spettacolare che avrebbe sicuramente attirato l’attenzione di Fidel e farlo saltare in aria quando fosse stato raccolto.

Un’altra congiura legata alle immersioni subacquee era quella di creare una tuta da sub infettata con dei funghi che avrebbero causato una malattia mortale a chiunque l’avesse indossata. Entrambi i piani non furono mai messi in pratica.

In alcune occasioni gli Stati uniti riuscirono a inviare oggetti avvelenati a Cuba attraverso alcuni agenti segreti: ad esempio nel 1961, poco dopo l’omicidio del presidente Kennedy (che aveva autorizzato il fallito sbarco alla Baia dei Porci, l’unico tentativo fatto di riconquistare l’isola rivoluzionaria), a uno 007 in missione a Cuba venne consegnata una penna con un ago avvelenato, ma l’agente ritenne che lo strumento era poco sofisticato e la congiura sarebbe stata facilmente smascherata e decise di non entrare in azione.

La Cia riuscì a convincere anche una ex amante di Fidel, Marita Lorenza ad avvelenare Castro mettendo una pillola in un bicchiere. Ma il leader cubano la scoprì e allora, come ha raccontato la stessa donna al New York Daily News, le diede la sua pistola dicendo: “Non puoi uccidermi, nessuno può uccidermi”. “Sorrideva e masticava il suo sigaro. Mi sentii sconfitta, mi aveva in pugno. Mi abbracciò e facemmo l’amore”.

L’ultimo tentativo di uccidere il leader cubano risale al 2000, quando le guardie di sicurezza scoprirono l’esistenza del piano di nascondere una grande quantità di esplosivo sotto il palco dal quale Fidel avrebbe dovuto tenere un discorso a Panama.

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