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Cosa è successo a Sydney

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Un rifugiato iraniano ha tenuto in ostaggio per diciassette ore decine di persone in un bar di Sydney, in Australia

Verso la mezzanotte ora italiana del 15 dicembre un uomo armato ha fatto irruzione in un bar del centro finanziario di Sydney, in Australia, e ha preso in ostaggio decine di clienti. Erano le 09.45 di mattina ora australiana.

Durante il sequestro, l’uomo ha chiesto alle persone di esporre in vetrina una bandiera con la scritta in arabo: “Non c’è altro Dio all’infuori di Allah. E Mohamed è il suo profeta”.

L’assedio si è concluso circa 17 ore dopo, grazie all’intervento della polizia nel locale. L’autore del sequestro è un rifugiato iraniano di 49 anni, Man Haron Monis, (anche se si fa chiamare Sheikh Haron), con precedenti penali.

Oltre che per le accuse di molestie sessuali, la polizia conosceva l’uomo come colui che inviava lettere di minacce ai familiari dei soldati morti in Afghanistan. In passato, fu anche accusato di aver ucciso l’ex moglie, ma uscì di prigione su cauzione.

Non si conoscono ancora i motivi dell’azione che ha portato l’uomo iraniano a tenere per diciassette ore in ostaggio i clienti della cioccolateria di Sydney.

In un primo momento la bandiera affissa in vetrina aveva fatto pensare a un legame con l’Isis, ma la stoffa coincideva solo per il colore al vessillo del Califfato. La frase esposta in vetrina è la stessa riportata sulla bandiera dell’Arabia Saudita, ma in passato è anche stata usata da gruppi di jihadisti affiliati ad al-Qaeda (ad esempio, il Fronte al-Nusra, braccio armato siriano di al-Qaeda).

I primi ostaggi a mettersi in salvo sono stati quelli che sono riusciti a scappare. Gli altri sono stati liberati successivamente grazie a un’irruzione da parte degli agenti di polizia.

I giornalisti sul posto riferiscono che un poliziotto è rimasto ferito nell’incursione nel bar. Qualcuno è stato trasportato all’ospedale in ambulanza. Il bilancio parziale è di due morti e tre feriti, ma le autorità non hanno ancora confermato.

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