L’Egitto ha condannato a morte 20 persone
Domenica 2 luglio, un tribunale egiziano ha confermato la pena di morte per 20 uomini accusati di aver ucciso alcuni poliziotti nelle violenze di piazza seguite al colpo di stato militare del 2013. Altri detenuti si sono invece visti commutare la pena in parecchi anni di reclusione. A riferirlo è stata l’agenzia di stampa Reuters.
Il caso coinvolge 156 persone e riguarda quello che nel paese nord africano è conosciuto come l’incidente di Kerdasa in riferimento alla cittadina nella provincia di Giza, a 15 chilometri a ovest del Cairo, dove ebbero luogo le violenze.
Il 14 agosto del 2013, alcuni uomini armati attaccarono con granate e razzi la stazione di polizia del piccolo villaggio e tagliarono la gola ad almeno un poliziotto prima di radere al suolo l’edificio. Ore dopo l’intervento delle forze di sicurezza egiziane disperse la folla, uccidendo centinaia di persone.
La corte ha anche condannato 80 imputati all’ergastolo e altre 34 a 15 anni di carcere. Un minore è stato condannato a 10 anni di carcere e 21 persone sono state invece assolte.
Un altro tribunale aveva inizialmente condannato a morte ben 183 persone, tra cui 28 in contumacia e aveva comminato una pena di 10 anni di reclusione a un minore per aver ucciso 11 poliziotti.
Gli imputati potranno fare ricorso contro questo verdetto di condanna a morte.
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