Il boom dell’oppio in Afghanistan
I campi afghani destinati alla coltivazione d'oppio sono cresciuti del 36% nonostante la lotta portata avanti dagli Stati Uniti
La coltivazione d’oppio in Afghanistan ha raggiunto un livello record nonostante la lotta al narcotraffico portata avanti dagli Stati Uniti sul territorio.
Nel 2013 i campi afghani destinati alla coltivazione d’oppio occupavano una superficie di 209mila ettari, in aumento rispetto ai 193mila del 2007, secondo un rapporto dell’Onu a cura dell’ispettore generale per la ricostruzione dell’Afghanistan, John Sopko.
Ciò è potuto avvenire a discapito dei 7,6 miliardi di dollari spesi dagli Stati Uniti nella battaglia contro la produzione di stupefacenti in Afghanistan, che è cominciata in seguito all’invasione del 2001.
I 209mila ettari su cui è cresciuto il papavero da oppio si trovano principalmente nel sud e nell’est del Paese – nelle province di Kandahar, Helmand e Nangarhar – e rappresentano un incremento del 36 per cento sul 2012.
La produzione d’oppio di questi campi ha un valore stimato di circa 3 miliardi di dollari, in aumento rispetto ai 2 miliardi di dollari del 2012. I proventi sono perlopiù utilizzati da narcotrafficanti e dai Taliban, con cui finanziano la loro guerra, secondo quanto riportato dallo studio delle Nazioni Unite.
L’Afghanistan è responsabile dell’80 per cento della produzione illecita d’oppio nel mondo. L’area di coltivazione d’oppio è cresciuta di 125mila ettari fra il 2002 e il 2013. I primi dati del 2014 lasciano intendere che si estenderà ulteriormente.