Presidente dei medici e chirurghi milanesi: “Sui vaccini antinfluenzali in Lombardia si sta creando una sanità di serie A e una di serie B”
Il duro attacco di Roberto Carlo Rossi, Presidente dell'Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri: "È inaccettabile che i medici delle strutture private sia esclusi dalla fornitura dei vaccini"
Nel già acceso dibattito sui vaccini antinfluenzali in Lombardia irrompe Roberto Carlo Rossi, Presidente dei medici e chirurghi milanesi, con una presa di posizione che non mancherà di far discutere: “È inaccettabile che i vaccini non ci siano per tutti, così si crea una Sanità di serie A ed una di serie B”.
“L’emergenza Covid-19 ormai non è più una novità, né una tempesta che ci ha assalito senza preavviso. È doveroso e necessario farsi trovare pronti al ritorno violento del virus”, argomenta il Presidente dell’OMCeO di Milano. “Tra i vari provvedimenti urgenti da attuare per resistere e farsi trovare preparati di fronte all’emergenza c’è sicuramente la campagna di vaccinazione contro l’influenza”.
In particolare, Rossi punta il dito contro “una circolare del 17 agosto a tutti i Direttori Generali delle Ats e Asst del territorio lombardo, che esclude le aziende private che operano in sanità dalla fornitura di vaccino da parte del SSN, ma le aziende devono provvedere autonomamente; in pratica i medici del privato accreditato e del privato puro non potranno avere il vaccino antinfluenzale. Insomma: una sanità di serie A ed una di serie B” .
“Ecco perché non solo stigmatizzo, ma anche condanno inesorabilmente un simile atteggiamento, perché il valore della sanità è un elemento cardine della Costituzione e non si distingue tra cittadini pubblici o privati, tra una sanità di serie A ed una di serie B, ma unicamente in favore del bene della collettività a prescindere, quando ci sono situazioni estreme come quella che stiamo vivendo, anche dai budget e dalle economie di bilancio”, continua.
“Un medico che si ammala con sintomi influenzali e che deve essere tolto dal servizio, sia che lavori in un ospedale pubblico che privato, è un medico in meno nella lotta al Covid-19 e per questo chiedo di modificare quanto scritto nella circolare e tutelare anche i colleghi che lavorano nel settore privato”, conclude Rossi.
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