#SalviamoLaLombardia: la piazza urla “basta” a Fontana (e rispetta il distanziamento sociale)
Riuscita la scommessa degli organizzatori. Tra i manifestanti anche Lamberto Bertolè, presidente del Consiglio Comunale di Milano: "Questa piazza va ascoltata. Abbiamo diritto di sapere come la Regione Lombardia si sta preparando all'autunno e alla possibile nuova ondata"
Scommessa riuscita. Nonostante un caldo proibitivo e la concomitanza di altre due manifestazioni contro la Regione Lombardia, #SalviamoLaLombardia ha centrato il duplice obiettivo di riempire Piazza Duomo con circa 3.000 persone e di farlo con le rigide misure di sicurezza imposte dagli organizzatori: mascherine, ma soprattutto distanziamento sociale (per questo la capienza è stata ridotta rispetto al solito).
Un grande striscione riportava l’eloquente richiesta della piazza: “Commissariate la sanità lombarda”. Una posizione non scontata, visto che anche nell’ampio novero del centrosinistra ci sono posizioni più sfumate, ma che è stata sposata fin dall’inizio dagli organizzatori: Casa Comune, Milano 2030, Medicina Democratica, I Sentinelli, Arci, Acli e la Fiom Cgil, con l’adesione di una sessantina di altre realtà lombarde.
La manifestazione è cominciata con un minuto di silenzio per i morti del Covid in Lombardia e in Italia con tutti i partecipanti seduti a terra. Dopo il minuto di silenzio la piazza si è sciolta in un applauso commosso e lungo. I manifestanti avevano mascherine listate a lutto. In piazza anche i parenti degli anziani che sono morti di Covid nelle Rsa, come quelli della residenza per anziani Don Gnocchi di Milano e il parlamentare europeo del PD Pierfrancesco Majorino, il quale ha detto: “Siamo a migliaia, in piazza a Milano. Questa è la Lombardia che dice: basta, Fontana! E rispettosa del distanziamento”.
Tra i numerosi esponenti politici in piazza anche il presidente del consiglio comunale di Milano, Lamberto Bertolè (PD), il quale ha detto: “Questa piazza deve essere ascoltata. ‘Non è andato tutto bene’. Bisogna capire quali errori sono stati fatti, quali responsabilità ci sono, cosa occorre cambiare. E poi, come si sta preparando Regione Lombardia ai prossimi mesi, in particolare alla ripresa delle scuole di settembre, all’autunno in cui bisognerà gestire le influenze “normali” con i loro sintomi e l’individuazione immediata di eventuali nuovi focolai? Quali strategie per un sistema di tracciamento e diagnostico più efficace e tempestivo? Abbiamo tutti diritto di saperlo”.