Retroscena TPI – Nel M5S si pensa a Toninelli come candidato presidente della Lombardia
Danilo Toninelli è “quello che andava a Bolzano a minacciare di statalizzare l’autostrada del Brennero, sentendosi rispondere dai giornalisti locali che era già dello Stato e solo lui non lo sapeva”. Il fendente nei confronti dell’ex ministro pentastellato arriva da Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo della Lega alla Camera e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier.
Il casus belli tra i due è la lite sulla gestione dei vaccini in Lombardia, sulla quale l’esponente del M5S ha avanzato dure critiche, così respinte da Cecchetti: “La Lombardia ha somministrato un milione e 635 mila vaccini, sta mettendo in sicurezza gli over 80, a differenza di altre regioni ancora molto indietro, somministra ormai 40mila vaccini al giorno, eppure continua la manfrina quotidiana di Pd e Cinque Stelle (…) Certo forse pretendere che Toninelli legga i dati forse è eccessivo e forse pretendiamo troppo”.
Ma questa vicenda è solamente l’ultima a vedere Toninelli sul ring della contesa politica lombarda. Nelle ultime settimane l’ex ministro ha esternato sul passaggio in zona arancione, sui tecnici che lavorano per la Regione (“Solo ora Salvini scopre che sono inadeguati”), sul caso-Lombardia Film Commission e sul fatto che in Lombardia non esisterebbe “alcun buon governo del centrodestra”.
Prima ancora, Toninelli era stato l’unico politico di spessore nazionale a partecipare al presidio di protesta sotto Palazzo Lombardia dello scorso gennaio. Quella manifestazione era peraltro stata organizzata dal Pd, ma il senatore M5S è stato abile a rubare la scena, venendo accolto con grande entusiasmo dai dimostranti.
Uno schema che, almeno nelle intenzioni, potrebbe ripetersi nella scelta del candidato da contrapporre al centrodestra. Secondo quanto TPI può rivelare, sta crescendo nei Cinque Stelle il fronte di chi ritiene che sia proprio Toninelli il nome giusto da spendere come alternativa all’attuale maggioranza, sempre più indebolita dalla crisi sanitaria.
L’attivismo del senatore nato a Soresina, in provincia di Cremona, servirebbe anche a presidiare un campo nel quale ancora non si scorge un candidato del centrosinistra. Nemmeno potenziale.
Tuttavia, spiegano altre fonti vicine al Pd, il silenzio del centrosinistra potrebbe essere meramente tattico, per non creare una pericolosa sovrapposizione con le elezioni di Milano. Dopo il rinvio a causa del Covid-19, il climax è previsto tra giugno e luglio, per poi concludersi con il voto tra il 15 settembre e il 15 ottobre (la data è ancora da confermare ufficialmente).
In questa partita, il ruolo dei “big” può essere decisivo sia nella fase prettamente elettorale, sia nella formazione di una Giunta che il Sindaco Beppe Sala intende essere di svolta rispetto al suo primo mandato. Solo nel prossimo autunno, quindi, si cominceranno a incastrare le tessere di un mosaico finalizzato a passare dalla protesta alla proposta. Tenendo ben presente che le prossime elezioni in Lombardia sono previste per il 2023, ma anche che – con l’aria che tira – non si può certo escludere un ricorso anticipato alle urne.
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