Lombardia, il Natale in zona gialla non salverà i consumi: “Perderemo 1,6 miliardi”
I numeri forniti dalle associazioni di categoria fotografano in maniera impietosa il calo di consumi per le Feste: nonostante la riapertura di bar e ristoranti, la perdita complessiva sarà del 24 per cento. In controtendenza l'e-commerce, per i quali i commercianti chiedono la web-tax
Lombardia, Natale in zona gialla con perdita consumi di 1,6 miliardi
Da oggi la Lombardia passa da zona arancione a zona gialla, cambiamento che permette la riapertura di oltre 51.000 tra ristoranti e bar, dopo più di un mese di sosta forzata. Proprio la Lombardia, stando ai dati della Coldiretti, è la prima regione italiana per numero di locali dove si possono consumare cibo e bevande. Al suo interno, Milano comanda la graduatoria superando quota 18.000 esercizi, seguita da Brescia (7.000), Bergamo (5.000) e Varese (quasi 4.000).
I numeri diventano ancora più interessanti allargando lo sguardo a una filiera che nel corso del secondo lockdown è stata particolarmente toccata, con effetti che si sono manifestati anche per le forniture e per le attività delle oltre 1.000 aziende agrituristiche con attività di ristorazione, che ancora si stavano riprendendo dagli effetti della prima ondata.
I dati: calo da 7,8 a 6,2 miliardi
Nemmeno questa riapertura prenatalizia servirà a compensare perdite che, tra ristorazione e accoglienza, arriveranno al 24 per cento, secondo la stima di Confcommercio Lombardia. Un calo dei consumi definito “generalizzato e preoccupante” e che si tradurrà in un calo del 20,6 per cento dei consumi natalizi, pari a circa 1,6 miliardi di euro. Rispetto ai 7,8 miliardi spesi in occasione del Natale 2019, quest’anno si prevede infatti di non superare i 6,2 miliardi.
Il comparto più danneggiato è quello relativo a ristoranti, alberghi, spettacoli, che scenderanno da 5,75 a 4,37 miliardi di euro, pari appunto al -24 per cento. A pesare sul conto negativo dei consumi si aggiunge il crollo della spesa dei turisti: 65 milioni nel 2020, rispetto ai 250 milioni del 2019: -75 per cento.
A pesare è soprattutto il clima di incertezza, che spinge alla cautela anche chi potrebbe spendere: “Basti pensare che la propensione al risparmio è cresciuta vertiginosamente, arrivando ormai al 16,6 per cento rispetto all’8,4 per cento pre-pandemia”, spiega la Confcommercio. In controtendenza l’e-commerce che, in questo periodo di restrizioni, assorbirà almeno un terzo della spesa totale: “Questo evidenzia ancora di più la necessità di una web-tax per i colossi del commercio online in grado di sanare evidenti distorsioni competitive. Il principio è uno: bene la multicanalità distributiva ma stesso mercato, stesse regole per tutti”, concludono i rappresentanti dei commercianti lombardi.