Lombardia, il meme che gira nelle chat del centrodestra: “Gallera non mangia il panettone”
Nella prossima seduta del Consiglio Regionale sarà discussa la mozione di sfiducia presentata dal M5S contro l'assessore al Welfare, che fino ad oggi è riuscito a respingere tutti i numerosi attacchi ricevuti. Ma un messaggio fatto girare tra i consiglieri di maggioranza lascia intravedere il rischio del voto a scrutinio segreto
A chi non è mai capitato di sbagliare a inviare un messaggio, facendo sapere qualcosa a chi proprio era meglio che ne rimanesse all’oscuro? Sono gaffe, cose che succedono. Succede, per esempio, che la consigliera regionale lombarda di maggioranza Viviana Beccalossi mandi un messaggio Whatsapp che invoca le dimissioni di Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, in una chat utilizzata dai capigruppo e dai presidenti di commissione per aggiornamenti sulla situazione del Covid-19.
Un testo decisamente imbarazzante per l’ex collega di Gallera nella Giunta Maroni: “Mia suocera (89 anni) è un mese che vorrebbe fare il vaccino antinfluenzale senza riuscirci. Il suo medico di base dice che non ce l’ha e nemmeno in farmacia a pagamento è riuscita a trovarlo. E così rompe i coglioni a me. Sto pensando di darle il cellulare di Gallera e, conoscendola bene, lo chiamerebbe tutti i giorni fino a quando non la accontenterebbe. Magari sarebbe la volta buona che si dimette!”. Viste le inevitabili polemiche, Beccalossi ha spiegato di aver semplicemente sbagliato gruppo. Succede.
Succede anche che, sempre dal Pirellone, un altro membro della maggioranza condivida un meme che sta girando in questi giorni: un gioco dell’oca nel quale si delinea un percorso piuttosto tortuoso tra Gallera e un panettone. “Non mangia il panettone” è una tipica espressione che si usa tra i tifosi di calcio quando un allenatore comincia male la stagione e si prevede un suo rapido esonero.
Nel caso specifico, il messaggio è stato inoltrato anche ad altri esponenti del centrodestra e, siccome non pare trattarsi di un errore, il riferimento sembra davvero inequivocabile: il 2 dicembre si svolgerà una seduta del Consiglio regionale della Lombardia che si presenta piuttosto insidiosa per Gallera, sul quale pende una mozione di sfiducia presentata nell’ultima seduta dal Movimento Cinque Stelle.
Contando sull’effetto sorpresa, i grillini hanno cercato di prendere la maggioranza in contropiede, ma il Consiglio ha respinto la questione di urgenza, rimandando la discussione – appunto – alla prossima seduta. Tuttavia, proprio in quella occasione alla maggioranza sono mancati quattro voti: non una tragedia, ma un segnale piuttosto chiaro dell’inquietudine che regna in merito al Covid-19 e alla sua gestione, nonché della possibilità che lo scrutinio segreto possa lasciare campo libero ai franchi tiratori.
Giulio Gallera rischia? Sì, come peraltro da tempo, perché fin da molto prima della pandemia la sua posizione all’interno di Forza Italia è abbastanza isolata: finora è stato lui, col suo consenso personale e l’apporto di pochi fedelissimi, a fare da uomo-squadra in un partito che peraltro sta vivendo una forte emorragia di voti e di esponenti di spicco. Sono noti anche i suoi rapporti non esattamente idilliaci con Matteo Salvini, questioni che risalgono a un’era geologica fa, ovvero quando entrambi erano consiglieri comunali a Milano.
Eppure fino a qui Gallera ha resistito a tutte le buriane, dimostrando di essere un buon incassatore, nonostante passi falsi come quando se l’è presa con noi di TPI, che altro non facciamo che il nostro dovere di cronisti ed esercitiamo il diritto di critica. L’ultimo round è stato giusto una settimana fa, quando la riunione di maggioranza avrebbe potuto innescare un rimpasto di Giunta, ma si è conclusa con un nulla di fatto. Troppo pericoloso cambiare adesso, dando peraltro l’impressione di pensare alle poltrone in un momento nel quale bisogna invece combattere con il coltello tra i denti per impedire che il già provato sistema sanitario salti del tutto. Saggiamente, il coordinatore lombardo di Forza Italia, l’europarlamentare Massimiliano Salini, aveva paventato proprio questo rischio, alla vigilia del summit concluso con un nulla di fatto.
Ma in una fase così concitata anche una sola settimana basta per cambiare tutto e pur nel caos di questi giorni l’unica certezza sono le interlocuzioni, sempre più fitte, su come affrontare sul piano politico questo ennesimo snodo critico della vicenda pandemica. Fare di Gallera il capro espiatorio di tutto ciò che non ha funzionato (operazione tanto cinica quanto ingenerosa) è una forte tentazione, con tanti auguri a chi dovrà prenderne il posto e provare a ergersi a salvatore della Patria.
D’altra parte non sfugge nemmeno il rischio di una mossa del genere, con la campagna elettorale per le elezioni di Milano nel 2021 ormai pronta a partire e le prossime regionali non lontanissime. E’ pur vero che il centrodestra ha mantenuto il controllo della Lombardia anche nei momenti più brutti, ma con tutta probabilità l’impatto del Covid-19 lascerà strascichi ben più dolorosi delle inchieste giudiziarie del passato.
Salvo colpi di scena, per la Regione si tornerà a votare nel 2023, quando tutti speriamo che l’effetto del vaccino abbia riportato alla normalità la regione più ricca d’Italia. Ma intanto il panorama è decisamente fosco, proprio come le giornate nebbiose che in questo periodo stanno rendendo il secondo lockdown ancora più opprimente.