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Home » Milano

Lombardia, Bussolati (Pd) a TPI: “Fontana è come Trump, ecco perché gli ho regalato un pallottoliere”

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Intervista di TPI al consigliere protagonista della protesta contro Fontana

Pietro Bussolati, 38 anni, è il consigliere regionale lombardo che si è reso protagonista della beffarda protesta contro Attilio Fontana, regalando un pallottoliere al Presidente della Lombardia. Un coup de théâtre che ha portato l’autore del libro “Giù la maschera”, uscito nel pieno della prima ondata di Covid-19, al centro dell’attenzione dei media nazionali. Vista la sua passione calcistica, verrebbe da dire che della sua espulsione dall’aula del Pirellone si è parlato quasi di più che di quella di Zlatan Ibrahimovic nel derby di Milano: “Da interista, devo dire che tutto sommato è andata bene”, ironizza l’ex segretario milanese del Pd .

Bussolati, quanto accaduto ieri in Consiglio regionale è chiaramente il sintomo di una tensione ormai alle stelle nei rapporti con la Giunta Fontana, sbaglio?

Gli avvenimenti dei giorni scorsi sono di elevata gravità. Non solo per l’errore in se’, ma per il fatto che Fontana, Letizia Moratti e tutta la Giunta invece che chiedere scusa abbiano deciso di buttarla in polemica politica contro un organismo tecnico e nonostante l’evidenza del fatto che sono loro i primi ed unici responsabili di quanto avvenuto.

Eppure, nella stessa seduta il Consiglio regionale ha deliberato di richiedere i danni per quanto accaduto al governo nazionale. Cosa ne pensa?

Con l’autoritarismo tipico di chi non ha ragione insistono a difendere l’indifendibile. Sono un po’ le cheerleader italiane di Donald Trump: anche loro si arroccano dietro una posizione indifendibile, sperando che la confusione politica impedisca di fare chiarezza nei confronti dei cittadini. Credo che questo sia persino più grave dell’errore tecnico che ha costretto cittadini e imprese a entrare in zona rossa senza che ve ne fosse la necessità.

Dopo varie sospensioni della seduta consiliare, avete abbandonato definitivamente l’aula perché non vogliono fornirvi i dati sui contagi: è così?

Noi chiediamo che i dati grezzi siano costantemente resi pubblici, perché questo ci darebbe la possibilità di verificare cosa sta accadendo. Proprio oggi alcuni sindaci lombardi hanno denunciato un’esplosione immotivata dei contagi. Questo accade dopo “il miracolo di San Fontana” del 21 gennaio: dopo la correzione a livello nazionale, anche nel sistema informativo destinato ai sindaci è intervenuta una correzione al ribasso, mentre oggi tornano a risalire.

C’è una grandissima confusione e, senza i dati grezzi, non è possibile verificare l’eventuale errore. Su questo non abbiamo ottenuto risposte e, dopo aver causato più interruzioni, siamo stati costretti ad abbandonare definitivamente i lavori del Consiglio. Devo sottolineare il fatto che dallo scorso aprile non riceviamo risposte alle nostre richieste di accesso agli atti, è anche per questo che i toni si sono alzati così tanto.

Materialmente, chi è in possesso di questi dati?

Una pluralità di soggetti: Regione Lombardia (tramite una direzione ad hoc, che controlla i dati e la loro immissione), Aria (la società appaltante controllata al 100 per cento da Regione Lombardia), ATS e la cabina di regia regionale.

E nessuno risponde?

Ci sono sistemi informativi diversi tra di loro. Uno è fornito da ATS, poi c’è il “cruscotto”, fornito da Aria, che serve per trasmettere le informazioni ai sindaci. Spesso i dati sono divergenti, ma in generale l’errore commesso è stato lo stesso: non considerare guariti i cittadini che, essendo asintomatici, hanno superato il periodo di convalescenza del virus.

L’Istituto Superiore di Sanità oltretutto dice che non si tratta di un episodio isolato

Beh, il sistema di Lombardia Informatica, che poi è confluita in Aria, è un colabrodo e lo ha dimostrato ulteriormente. Questa però è solo la punta di un iceberg. Il problema è quello che noi denunciamo da tempo e non ha nulla a che vedere con la parte informatica, bensì con qualcosa che interessa molto di più i cittadini: la sanità lombarda.

Tutto ciò che avviene negli ospedali è ampiamente monitorato e infatti abbiamo delle eccellenze, ma tutto ciò che avviene sul territorio (medici di base, poliambulatori, ecc.) invece non è minimamente mappato. La sanità lombarda è tragicamente “ospedalocentrica”. Persino i decessi, se avvengono a casa, non vengono mappati: sappiamo dai sindaci che alcuni cittadini purtroppo scomparsi sono rimasti nel conteggio dei positivi!

Come si sta muovendo la nuova Giunta rispetto a questi problemi e più in generale rispetto a una riforma della sanità che è resa necessaria dalla bocciatura della Legge 23?

Hanno messo Letizia Moratti a guidare questo capitolo, ma non c’è chiarezza sulla road map e il coinvolgimento delle opposizioni, se non dichiarazioni solo vaghe. Noi abbiamo presentato le nostre proposte e lo stesso ha fatto il sindaco di Milano Giuseppe Sala. Per ora non è stato previsto un momento nel quale si possa incidere in questo processo di riforma. Personalmente non ritengo credibile che Letizia Moratti e questa Giunta siano in grado di ribaltare come un calzino la sanità lombarda.

Stiamo continuando a lavorare con le associazioni alla nostra proposta, che riguarda in primo luogo un diverso approccio al territorio, e in parallelo vigileremo sul fatto che le indicazioni provenienti dal livello nazionale siano opportunamente recepite, perché ci pare che il sistema lombardo abbia messo in evidenza tutte le sue pecche. Senza dimenticare gli aspetti economici e sociali, che stanno colpendo duramente la nostra regione: anche su questo faremo sentire la nostra voce.

Il tema si allaccia anche al suo ruolo nel Pd nazionale, visto che Nicola Zingaretti le ha affidato la delega a “imprese e professioni”: qual è il suo punto di vista sulla crisi di governo?

Abbiamo bisogno di un governo con una maggioranza politica ampia e stabile, perché bisogna operare alcune riforme cruciali sulla Pubblica Amministrazione, sulle politiche attive per il lavoro, sulla giustizia, sulla sanità, sulla sburocratizzazione… Se così non sarà, l’alternativa è il voto, ma auspico che ci sia da parte di tutti la capacità di andare in un’altra direzione, mettendoci tutti a disposizione del Presidente della Repubblica.

A Roma c’è una crisi politica voluta da Italia Viva. A Milano invece no: sono tutti arroccati attorno a Palazzo Lombardia e ogni membro della maggioranza difende l’indifendibile. Ma è molto peggiore questa crisi, amministrativa e gestionale, che ogni settimana ci fa scoprire cose sempre peggiori. E a pagarne il conto sono i lombardi.

Leggi anche: 1. Lombardia, bagarre in Aula dopo il caos sui dati: consigliere Pd regala pallottoliere a Fontana 2. Zona rossa, la mail della Lombardia al Governo che smentisce Fontana: “Ricalcolate i dati Rt” /2. La Lombardia era in zona rossa per un errore, torna in zona arancione: un pasticcio che fa male alle istituzioni /3. Nasce Covid-leaks, la piattaforma per segnalazioni anonime sui dati della pandemia

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