Oliviero Toscani a TPI: “Spot di Regione Lombardia con Ibra? Non fa venire voglia di mettere la mascherina”
Riccardo Pirrone e Luciano Nardi applaudono alla scelta del bomber del Milan per questa nuova campagna di sensibilizzazione, mentre Oliviero Toscani critica lo spot: "Sembra fatto di fretta, con uno come Zlatan si poteva fare molto di più"
Dopo le discussioni sollecitate dalla campagna “The Covid Dilemma”, Regione Lombardia cala l’asso, con Zlatan Ibrahimovic nei panni del protagonista del suo nuovo spot. Il video, breve e semplice, vede il centravanti del Milan affacciarsi sul terrazzo di Palazzo Lombardia e invitare i cittadini a proteggersi dal contagio da Covid-19 con mascherine e distanziamento sociale.
“Il virus mi ha sfidato ed io ho vinto. Ma tu non sei Zlatan: non sfidare il virus”, dice il campione svedese, con il suo tipico atteggiamento spavaldo. Il riferimento è ovviamente al particolare annuncio che lui stesso diede della sua positività, con un post su Twitter: “Il Covid ha avuto il coraggio di sfidarmi. Pessima idea”.
Appena 15 giorni dopo, “Ibra” era in campo per il derby di Milano, deciso proprio da una doppietta all’Inter, sua ex squadra. E proprio quel giorno, racconta il Presidente Attilio Fontana, è nata l’idea di coinvolgere l’acclamato bomber per una campagna di sensibilizzazione.
Chi va controcorrente, come spesso gli capita, è Oliviero Toscani che a TPI dice “classico spot fatto in fretta e furia, perché il testimonial ha messo a disposizione poco tempo. Non c’è un’idea ed è poco interessante. Soprattutto, non fa venire voglia di mettere la mascherina”. Il guru della fotografia pubblicitaria inoltre rivela: “Io Ibra l’ho conosciuto bene quando ho fatto il libro per il Centenario dell’Inter ed è una persona molto più simpatica di come appaia in questo video, nel quale è troppo aggressivo. Si sarebbe potuto fare molto di più”.
Stando invece al parere di Riccardo Pirrone, noto come “il social manager di Taffo”, che non aveva lesinato critiche a “The Covid Dilemma”: “Questa campagna mi piace. Funziona senza dubbio. Quando Ibrahimovic aveva fatto quel famoso tweet sulla sua malattia, non tutti l’avevano presa e anche noi gli avevamo replicato dicendo: ‘Noi pensiamo che tu sia solamente fortunato, non forte’. Il problema era che la pericolosità del Covid-19 veniva depotenziata. In questo contesto, invece, il messaggio funziona perché Ibra parla dopo essere guarito e a nome di un’istituzione. La sua spacconeria è perfettamente in tono con il mood della sua comunicazione, alla quale siamo abituati e che contribuisce al suo successo mediatico”.
Anche Luciano Nardi, fondatore di Kube Libre e ideatore di campagne storiche come quelle di Tre e Fiat Doblò, applaude la scelta: “Davvero una bella intuizione quella di chiamare Ibrahimovic come testimonial della campagna di sensibilizzazione anti-Covid della Regione Lombardia. Alla stregua di quanto già fatto con l’eco mediatica scatenata dai Ferragnez, lo spot di ‘Ibra’ è semplice, quanto bello ed efficace. Rimanendo fedele al suo stile comunicativo da ‘duro’, con l’utilizzo dell’ironia al limite della strafottenza, ha fatto passare il messaggio che anche gli ‘invincibili’ come lui possono essere contagiati e solo con l’uso corretto della mascherina da parte di tutti possiamo vincere. Per rimanere in ambito calcistico adesso la palla passa all’Inter, vedrei bene come testimonial il vice presidente nonché inossidabile ex capitano nerazzurro Javier Zanetti”.
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