De Marchi (PD): “Le esperte donne esistono, ma sono escluse dalle task force”
La Presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Milano: "Apprezziamo l'impegno preso da Conte, ma bisogna prevedere uno spazio adeguato nei ruoli apicali"
A seguito anche della mozione presentata dalle Senatrici del Partito Democratico e firmata in modo trasversale che chiede, con forza e determinazione, di integrare con donne esperte le task force istituite per affrontare il Covid-19, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha dichiarato di voler prevedere più donne nel pool di esperti.
Tuttavia, la consigliera comunale PD Diana De Marchi, Presidente della Commissione Pari Opportunità, osserva: “Sebbene, da una parte le firmatarie e i firmatari della petizione che abbiamo lanciato (con il supporto prezioso di Ilaria Li Vigni) ‘le Esperte Esistono’ apprezzino l’impegno preso da Conte, non possiamo non rilevare come tale cambio di posizione sia l’effetto di una grande mobilitazione di diverse realtà con appelli e petizioni, tra cui la nostra lanciata il 21 aprile dopo che la Protezione Civile aveva pubblicato l’elenco dei componenti del Comitato tecnico scientifico: 20 uomini e zero donne”.
“Di fronte a questa mancanza non abbiamo potuto che chiederci se realmente pensino che le donne manchino di quelle competenze oggi necessarie, più che mai, per dare forma a un sistema Paese che ha messo in luce, di fronte a una tragedia come quella della pandemia, delle profonde fragilità strutturali”.
Competenze che tuttavia non sembrano mancare a più del 70% del personale sociosanitario che è donna, oppure alla donna che ha deciso di fare il primo tampone scoprendo che il Coronavirus era arrivato nel nostro Paese, o ancora alle tre ricercatrici che per prime hanno isolato il virus in Europa, oppure alle donne che sono la maggior parte delle cassiere dei supermercati, a tutte quelle donne con figli che hanno dovuto aumentare gli equilibrismi quotidiani per affrontare l’emergenza, quelle stesse donne che ora rischiano di più la perdita del lavoro. “Ma questo non è stato sufficiente”, prosegue Diana De Marchi, “per vederle nella cabina di regia, al punto da sentire la necessità di mettere in atto un’ennesima mobilitazione.”
“Le Esperte esistono” ha raggiunto in pochi giorni più di 8.000 firme, anche come conseguenza dell’evidente esclusione di sistema delle donne dichiarata in modo trasparente dal capo della Protezione Civile Borrelli che, per giustificare l’imbarazzante assenza delle donne esperte, ha dichiarato come le stesse non fossero state coinvolte perché non c’erano donne con cariche rilevanti nelle task force del Governo.
Parole queste che rivelano un paradosso di sistema di fronte al quale non possiamo che domandarci, “come possono le donne essere in posizioni apicali se quelle stesse posizioni le vengono continuamente rese inaccessibili?”.
È questo l’interrogativo posto dalla consigliera alle Pari Opportunità, che prosegue “il soffitto di cristallo è diventato un labirinto senza via di scampo, perché la possibilità di trovare l’uscita non dipende dalle capacità e dalle competenze documentate e dimostrate sul campo da anni e, a quanto pare, nemmeno le ‘buone’ leggi che abbiamo sono sufficienti. Nelle posizioni decisionali le donne continuano ad essere pochissime Proprio per questo motivo, il nostro impegno sarà di continuare a vigilare sulle parole coraggiose, e speriamo non semplicemente di facciata, del Presidente del Consiglio, con l’obiettivo di seguire la loro trasformazione in scelte che siano il segno non solo di un rimedio necessario, ma anche la presa di coscienza che le capacità umane e professionali delle donne sono necessarie per affrontare quel cambiamento che sia motore di una nuova visione sociale e culturale. Infatti un Paese diverso ha bisogno di un sistema diverso, un sistema nel quale quel ‘prendersi cura’ di cui si sente il bisogno nella sanità, nella scuola, nel lavoro, nell’economia, nell’ambiente, nella cultura e che ha dato il nome all’intervento del Governo, “Cura Italia”, si manifesti compiutamente”.
“Il nostro obiettivo”, aggiunge Diana De Marchi, “è proprio quello di contribuire a costruire un Paese dove la condivisione del lavoro di cura non sia una pratica eccezionale, ma diventi prassi comune grazie anche alle donne e alle loro diversificate ed eccellenti competenze professionali che vengano valorizzate, non solo a sostegno, ma anche e soprattutto alla guida di un cambiamento che riconosca il valore politico, sociale e professionale del prendersi cura”.
Un lavoro di cura che, a quanto pare, è ancora affare di donne le quali, in questa difficile situazione, hanno già saputo dare risposte importanti, proprio come la Premier della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, che in tempi non sospetti, ha saputo prendere, con determinazione, scelte complesse per tutelare il benessere individuale e collettivo della sua Nazione.
“È importante quindi trasformare questa difficile condizione nell’occasione di ricostruire un Paese diverso, un’Italia che metta in dialogo tutte le sue risorse, donne ma anche uomini, che hanno ben chiaro come il prendersi cura significhi prima di tutto assumersi la responsabilità del benessere delle persone”, si chiude l’appello, sottoscritto anche da Marco Chiesara, Paola Corna Pellegrini, Emilia de Biasi, Valeria Fedeli, Laura Hoesch, Ilaria Li Vigni, Gianna Martinengo, Carolina Pellegrini, Lia Quartapelle, Fabio Roia, Fulvio Scaparro e Patrizia Toia.