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Home » Milano

Caso-Lombardia, cosa è successo davvero? Le opposizioni: “Fontana riferisca in aula”

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Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia

Caso-Lombardia: la cronistoria di 11 giorni nei quali lo scenario è cambiato in maniera davvero clamorosa

Il giorno dopo la sconcertante vicenda relativa ai dati sulla situazione sanitaria in Regione Lombardia, che ha comportato il repentino ritorno in zona arancione, le forze di opposizione in Consiglio Regionale chiedono al Presidente Attilio Fontana di riferire in aula già nella prossima seduta, in programma martedì 26 gennaio.

“Dopo gli errori nella gestione dell’emergenza, ora siamo alla confusione nella gestione dei dati che ci fa pagare il prezzo, economico e psicologico, di una settimana in zona rossa”, recita il comunicato congiunto dei capigruppo di Pd, Movimento Cinque Stelle, Lombardi Civici Europeisti, +Europa Radicali, Italia Viva e Azione.

Altrettanto critica la posizione di Marco Barbieri, segretario generale Confcommercio Milano: “Assistiamo preoccupati al dibattito in pieno sviluppo in queste ore. Una cosa è certa: le attività commerciali che sono chiuse per la zona rossa – siamo oltretutto nel pieno periodo dei saldi – non possono scoprire sabato sera se potranno riaprire domenica. E in più, a Milano, c’è un’aggravante: siamo firmatari insieme al Comune, alla Prefettura e alle altre Parti sociali, del Patto per la riapertura della scuola che prevede orari diversi di apertura anche degli esercizi commerciali. Per le imprese l’incertezza e la non programmazione creano un pesante danno aggiuntivo alla crisi Covid”.

Ma cosa è successo davvero in Regione Lombardia? Vista la rapidità con la quale sono cambiate le cose, vale la pena di ripercorrere la vicenda, per maggiore chiarezza nei confronti dei lettori:

-l’11 gennaio Fontana afferma che la situazione sta peggiorando e che la Lombardia sta per tornare in zona rossa

-il 15 gennaio Speranza emette l’ordinanza che rimette la Lombardia in zona rossa e Fontana annuncia un ricorso al TAR

-il 15 gennaio Beppe Sala replica così a Regione Lombardia: “Da domenica saremo in zona rossa. Ma qualcosa non torna. Prima Regione Lombardia decide di non riaprire le scuole fino al 24 gennaio (salvo essere smentita dal TAR). Poi Fontana dice per giorni ‘siamo vicini alla zona rossa’. Oggi strepitano. Dando per scontato che in Regione hanno i dati, perché non ci fanno capire come stanno realmente le cose?”

-il 18 gennaio la neoassessora Moratti chiede di “sospendere per 48 ore l’ordinanza che colloca la Lombardia in zona rossa in attesa dei dati di martedì che certificheranno il minor grado di rischio. La revisione sollecitata per martedì potrà essere molto più puntuale e oggettiva e dimostrare il minor grado di rischio della Lombardia”

-il 19 gennaio Fontana annuncia (per la seconda volta) il ricorso al TAR, specificando che verrà presentato “tra stasera e domani mattina”

-il 21 gennaio l’infettivologo Massimo Galli commenta così a Telelombardia il ricorso al TAR: “La Lombardia farebbe bene a stare cauta. A questa storia dei colori comincia a dare scarsa affidabilità. Il punto è riuscire a mantenere una situazione sufficientemente prudente per poterci dare delle garanzie, per non ricadere subito nello stesso problema. Mi sento di dire che sarei più confidente se si riuscisse a essere complessivamente un filo più proattivi per star fuori dalle rogne. Sono sempre del parere che vadano trovate delle vie collaborative tra Governo e regioni e che non sia il caso di confondere la gente che già è stanca e che tende – almeno una parte – a mollare il rispetto delle regole e a non comportarsi come si deve fare”

-il 22 gennaio iniziano a diffondersi voci sull’imminente ritorno della Lombardia in zona arancione, a causa di un errore nel conteggio dei dati. Fontana afferma che tale errore non è stato causato dalla Lombardia e invita a “smettere di diffamare” la Regione. TPI anticipa che l’Istituto Superiore di Sanità sta per pubblicare dei dati dai quali emerge che la Lombardia ha modificato in corso d’opera la comunicazione dei dati sanitari, delineando così un nuovo scenario nel quale la regione può tornare in zona arancione

-il 22 gennaio, nel tardo pomeriggio, l’ISS pubblica un documento che aggiorna la situazione della Lombardia, alla luce dei dati modificati quando già era in vigore la zona rossa

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