Yemen: trafficanti gettano migranti in mare, 33 morti
La denuncia dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni: le vittime sono 22 uomini e 11 donne, annegati mercoledì sulla costa sud-orientale del paese
Almeno 33 i migranti, tutti di origine africana, sono morti la scorsa settimana al largo della costa sud orientale dello Yemen, dopo che alcuni trafficanti li hanno gettati in mare ad alcuni chilometri dalla riva.
A riferirlo domenica 2 settembre 2018 è stato il portavoce dell’ufficio in Yemen dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), Saaba al-Mualemi, all’agenzia di stampa cinese Xinhua.
“Le vittime, 22 uomini e 11 donne, sono annegate mercoledì sulla costa sud-orientale dello Yemen, al largo della città di Shabwa”, ha detto al-Mualemi. Secondo quanto riferito dal portavoce dell’ufficio in Yemen dell’Oim, le vittime si trovavano a bordo di due piccole imbarcazioni che trasportavano fino a 360 rifugiati e migranti africani nel paese arabo.
“I trafficanti a bordo di una delle imbarcazioni hanno aperto il fuoco e costretto i passeggeri a saltare fuori dalla barca a pochi chilometri dalla riva”, ha riferito ancora al-Mualemi, aggiungendo che alcuni migranti sono riusciti a nuotare fino a terra e a salvarsi, mentre “le squadre di soccorso yemenite hanno rinvenuto 33 vittime”.
A maggio, altri 46 rifugiati africani erano annegati al largo di Shabwa, mentre continuano in Yemen gli sbarchi di migranti, provenienti in maggioranza dalla Somalia e dall’Etiopia, nonostante la guerra in corso da quasi tre anni.
Inatnto l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, nel report “Viaggi dipserati” sostiene che i viaggi della speranza dei migranti attraverso il Mediterraneo sono in diminuzione, ma sono anche più rischiosi.
Secondo lo studio, pur essendo calato il numero numero assoluto di morti nel Mediterraneo rispetto allo scorso anno, è invece aumentata l’incidenza percentuale delle vittime.
Lo scorso anno sono state 2.276 (una ogni 42 arrivi) le persone che hanno perso la vita mentre tentavano la traversata. Nello stesso periodo di quest’anno si contano 1.095 vittime, una ogni 18 approdi sulle coste europee.
Il picco è stato registrato nel mese di giugno: un morto ogni sette arrivi. Le autorità della Libia hanno intercettato o salvato 18.400 persone tra agosto dell’anno scorso e luglio di quest’anno. Ovvero un aumento del 38 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016 e 2017.
Come sottolinea, però, l’Unhcr, chi viene riportato indietro, in Libia, viene spesso rinchiuso in centri di detenzione che versano in condizioni pessime. Qui i migranti subiscono violenze e soprusi e sono di fatto ridotti in una condizione di schiavitù. La possibilità di perdere la vita nei centri di detenzione libici è elevatissima.