Migranti, 12 morti al largo delle coste della Spagna: altri 12 sono dispersi
Il barcone, secondo quanto raccontato dalle persone soccorse, era partito dalle coste del Marocco, da Cape del Agua, il 18 dicembre
Il 20 dicembre 2018 dodici migranti sono morti al largo delle coste spagnole,nel mare di Alboran, e altre dodici risultano disperse.
I corpi sono stati recuperati dall’organizzazione spagnola di soccorso, la Salvamento Maritimo, sul fondo di una imbarcazione su cui viaggiavano altri 33 migranti. Il barcone è stata localizzata dalla nave di ricerca Hesperides.
I soccorsi spagnoli hanno poi proseguito le ricerche di altri tre gommoni che sarebbero partiti nelle stesse ore dalle coste del Marocco e che potrebbero trovarsi in difficoltà a causa del maltempo.
Il barcone, secondo quanto raccontato dalle persone soccorse, era partito dalle coste del Marocco, da Cape del Agua, la mattina del 18 dicembre con a bordo 56 migranti alla volta della Spagna.
Dati Oim – Fino al 16 dicembre 2018 sono stati 2217 i migranti morti nel tentativo di raggiungere le coste europee attraversando il Mediterraneo, secondo i dati aggiornati dall’Oim, l’Organizzazione internazionale delle migrazioni.
La rotta più pericolosa è ancora quella che dalla Libia porta fino all’Italia: gli sbarchi nel 2018 sono diminuiti dell’80 per cento, ma il numero dei morti nello stesso periodo di tempo è raddoppiato.
Quest’anno, sempre secondo i dati riportati dall’Oim, la Spagna ha superato l’Italia per numero di migranti.
L’Onu – L’Onu ha accusato il governo italiano di aver portato avanti “continue campagne diffamatorie contro le organizzazioni della società civile impegnate in operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, così come la criminalizzazione del lavoro dei difensori dei diritti dei migranti”.
per l’Alto Commissariato il governo italiano, con le sue politiche di accoglienza, ha reso “quasi impossibile” per le navi delle Organizzazioni non governative salvare i migranti in mare. La denuncia è stata recapitata direttamente al governo e ora dall’Onu “attendono un risposta”.
Le critiche dell’Onu sono dirette principalmente contro le novità sulle politiche di accoglienza: l’abolizione dello status di protezione umanitaria, l’esclusione dei richiedenti asilo dall’accesso ai centri di accoglienza incentrati sull’inclusione sociale e la durata prolungata della detenzione nei Cie che “minano fondamentalmente i principi internazionali dei diritti umani e condurranno certamente a violazioni di diritti umani internazionali”.