Sbarco a Pozzallo, arrestati 5 presunti scafisti
L'accusa a loro carico è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina
Il 26 novembre 2018 la squadra mobile di Ragusa ha arrestato cinque uomini di origine egiziana accusati di essere gli scafisti del barcone arrivato nel porto di Pozzallo con 264 migranti a bordo.
L’accusa a loro carico è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
La denuncia è partita da alcuni dei migranti presenti sull’imbarcazione arrivata in Sicilia nella notte di sabato 24 novembre.
I presunti scafisti avrebbero chiesto 1.500 euro ad ogni migrante per raggiungere la coste dell’Italia, guadagnando quasi 400mila dollari con un unico viaggio.
Lo sbarco a Pozzallo – Nella notte tra sabato 24 e domenica 25 novembre sono state completate le operazioni di sbarco degli oltre 200 migranti soccorsi in mare e giunti nel porto di Pozzallo, in Sicilia.
L’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) ha fatto sapere che le operazioni hanno consentito a 220 migranti di sbarcare “miracolosamente” a Pozzallo.
“Questo barchino traballante ha portato 220 persone in mare per 3 giorni, senza cibo/acqua. Sono miracolosamente vivi a Pozzallo”, ha scritto l’agenzia in un tweet.
“Altri invece sono scomparsi in queste stesse ore. Il soccorso in mare è fondamentale, assieme a un meccanismo sicuro e prevedibile di approdo”.
I migranti sbarcati a Pozzallo, in Sicilia, sono per la maggior parte somali ed eritrei e una volta giunti nel porto sono stati trasferiti nell’hot spot della città siciliana.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha accusato Malta di non aver soccorso l’imbarcazione che era stata avvistata in zona Sar maltese e ha parlato di un atteggiamento “vergognoso” da parte di La Valletta.
“Ci risiamo – ha detto Salvini -. Un pattugliatore maltese ha invertito la rotta, abbandonando un barcone con 150/200 immigrati in mezzo al Mediterraneo e in direzione dell’Italia. La Valletta aveva preso il coordinamento delle operazioni di soccorso, ma come al solito sta cercando di rifilare gli immigrati al nostro Paese”.
“È l’ennesima vergogna, degna di questa Unione europea incapace e dannosa. A Bruxelles sono troppo impegnati a scrivere letterine contro l’Italia per occuparsi di questi problemi”.