Non è rimasta nessuna ong nel Mediterraneo: si ferma anche la nave Open Arms
La nave spagnola ha annunciato che sposterà la sue operazioni nel tratto di mare fra Spagna e Marocco. La ong: "È colpa della chiusura dei porti e della criminalizzazione di chi lavora per salvare i migranti"
La Proactiva Open Arms, la nave di una delle ultime ong ancora rimaste a soccorrere i migranti al largo delle coste della Libia, ha annunciato che sposterà la sue operazioni nel tratto di mare fra Spagna e Marocco.
Proactiva Open Arms se unirá en breve a los dispositivos de salvamento de la zona SAR en el #Estrecho y #MardeAlboran bajo la coordinación de @salvamentogob Sumamos esfuerzos y equipos allá donde seamos necesarios. Cada vida cuenta.
Vía @medinafoto @reuterspictures pic.twitter.com/vbDAzfuLsw— Proactiva Open Arms (@openarms_fund) August 30, 2018
La ong spagnola, in un comunicato diffuso ai giornali, ha spiegato che le motivazioni della decisione sono dovute alla chiusura dei porti italiani, “alle campagne di criminalizzazione delle ong e all’avvio di politiche disumane” che hanno provocato “la paralisi di numerose organizzazioni umanitarie di salvataggio, come pure l’aumento del flusso migratorio verso il sud della Spagna”.
Nel 2018 la Spagna ha superato l’Italia, diventando la prima porta di accesso all’Europa per chi rischia la vita in mare. Secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), 28mila persone sono arrivate da gennaio, più del totale arrivato via mare e via terra nel 2017.
La Open Arms è tra le imbarcazioni al centro della disputa europea sulla questione migratoria, legata a a doppio filo al rifiuto di Italia e Malta di attracco nei loro porti.
Nell’estate, la nave ha per tre volte dovuto fare sbarcare i migranti salvati al largo della Libia in lontani porti spagnoli, cioè Barcellona, Palma di Maiorca e Algesiras.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il fondatore Oscar Camps aveva affermato: “Siamo in balia della speculazione politica, l’Unione europea alimenta i populismi: pagano Erdogan, milioni di euro, pagano la Libia, e i trafficanti siamo noi”.
Da lunedì 27 agosto, è a Marsiglia la nave Aquarius, gestita da SOS Méditerranée e Medici senza frontiere, in scalo di durata indeterminata. Dovrà regolare il suo statuto amministrativo legato alla bandiera di Gibilterra, che ha annunciato la revoca del permesso di usarla citando irregolarità.
L’Aquarius a giugno è stata costretta a viaggiare da Malta fino a Valencia con 630 migranti a bordo per poterli sbarcare.
In quella occasione, il ministro dell’Interno Matteo Salvini aveva detto: “Abbiamo fatto più noi in tre mesi di governo che il Pd in 5 anni. Andiamo avanti, senza paura, non saranno inchieste o minacce a fermarci”.