Migranti, nuovo naufragio al largo della Tunisia: almeno 10 morti, trovato il corpo di 2 bambini
Migranti, nuovo naufragio al largo della Tunisia: almeno 10 morti, trovato il corpo di 2 bambini
Decine di persone hanno perso la vita la largo della Tunisia, nell’ennesimo naufragio avvenuto da inizio anno nel Mediterraneo. Lo ha dichiarato la Guardia costiera tunisina che ha soccorso 72 persone presenti su un barchino affondato di fronte alle coste di Sfax. Nelle ultime ore sono stati recuperati anche i corpi di due bambini per un totale di almeno dieci vittime accertate. Secondo il portavoce del tribunale di Sfax, Faouzi Masmoudi, risultano disperse altre venti o trenta persone ma altre fonti parlano di un bilancio molto più pesante. Solo tre giorni fa altre 27 persone avevano perso la vita in due altri naufragi al largo del paese nordafricano.
Altre vittime da aggiungere alle 441 registrate nel primo trimestre dell’anno dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni, il dato più alto dal 2017. “La crisi umanitaria persistente nel Mediterraneo centrale è intollerabile”, ha dichiarato il capo dell’agenzia Onu, Antonio Vitorino, che ha puntato il dito contro i ritardi nei soccorsi e gli ostacoli posti alle attività delle ong.
“I ritardi nei salvataggi condotti dallo Stato sulla rotta del Mediterraneo centrale sono stati un fattore presente in almeno sei incidenti quest’anno che hanno portato alla morte di almeno 127 persone. La totale assenza di risposta a un settimo caso ha causato la morte di almeno 73 migranti”, ha detto il direttore generale dell’Oim, che chiede il ritorno a un sistema “che ponga fine alla risposta ad hoc che ha caratterizzato le operazioni i mare dalla fine dell’Operazione Mare Nostrum nel 2014”.
“Salvare vite è un obbligo legale per gli stati”, ha aggiunto l’ex ministro portoghese, che invoca un coordinamento, a guida statale, nelle operazioni di ricerca e soccorso. Secondo Vitorino, è anche necessario sostenere l’impegno “delle ong nel fornire assistenza per salvare vite” e “porre fine alla criminalizzazione, agli ostacoli e ai vari tipi di deterrenza esercitati nei confronti degli sforzi di coloro che forniscono tale assistenza. Tutte le navi, comprese quelle commerciali, hanno l’obbligo legale di fornire assistenza e soccorso alle imbarcazioni in difficoltà”.