Brescia (M5s): “Sul Global Compact Salvini scelga, o con Conte o con la Meloni”
Il parlamentare vicino a Fico avverte: "Ci sono i numeri per un voto M5s-sinistra". Il governo rischia di spaccarsi prima delle Europee sul patto Onu sui migranti
Il Global Compact rischia seriamente di spaccare il governo Lega-Movimento 5 stelle. E l’aver rinviato tra febbraio e marzo 2019 il voto parlamentare che stabilirà l’adesione o meno dell’Italia al patto Onu sull’immigrazione pone un altro problema: la vicinanza tra la decisione sul tema caldo per eccellenza, quello delle migrazioni, e le elezioni europee del 2019.
Perché è alto il rischio che sarà proprio la ricerca del consenso a drogare il dibattito su quello che è un tema centrale per il nostro Paese.
Ne è convinto Giuseppe Brescia, esponente del Movimento 5 stelle e presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, intervistato da TPI.
Se nel M5s esistono diverse anime, diverse posizioni, sul tema dell’immigrazione, la posizione della Lega è chiara e vicina a quella di Fratelli d’Italia che, sulla questione del Global Compact, sta andando avanti “di provocazione in provocazione”.
Sarebbe meglio trattare questioni così importanti essendo ben informati rispetto a ciò di cui si discute. Le prime provocazioni arrivate da Giorgia Meloni intorno a questo documento, che ricordo essere un “patto” e non un trattato vincolante, erano basate su un testo in inglese. E non credo che chi parlava del Global Compact si fosse letto tutto il documento.
Ho pensato che tradurlo in italiano fosse un servizio al Paese e in particolare agli esponenti politici che si riempivano la bocca di termini come “invasione”. Così ho chiesto a un ente terzo come la Camera, per evitare qualsiasi tipo di polemica, di tradurlo per discutere nel merito della questione.
Ho studiato attentamente il Global Compact e nel testo ci sono chiari passaggi che riaffermano la sovranità degli Stati in materia di immigrazione. E questo a Salvini dovrebbe interessare.
Non seguire Donald Trump sulla politica estera e in particolare sulla gestione dell’immigrazione è una posizione molto saggia. Isolarsi non porta da nessuna parte e il fenomeno migratorio va gestito collaborando con altri Stati. Nei prossimi mesi discuteremo la questione all’interno del Movimento.
La mozione approvata lo scorso 19 dicembre serve a prendere tempo, a vedere gli effetti del Global Compact sui Paesi che vi hanno aderito. Personalmente credo sia necessario aderire, perché da soli non si va da nessuna parte. Serve cooperazione e sviluppo, non solo tra i Paesi europei, ma anche con i Paesi d’origine dei migranti.
Per non restare fuori dallo scenario internazionale. Dopo aver chiesto all’Europa di non lasciarci soli nella gestione delle migrazioni, a combattere questo fenomeno di carattere globale, sarebbe assurdo ora che si parla di partecipazione a livello globale tirarsi indietro. Sarebbe un controsenso.
Non firmare questo patto non solo aprirebbe un problema all’interno della maggioranza ma farebbe perdere credibilità a livello internazionale al premier Conte, che all’Onu ha dichiarato espressamente l’adesione dell’Italia al Global Compact, e al ministro degli Esteri Moavero Milanesi, che alla Camera ha pubblicamente sottolineato l’importanza di aderirvi. Tornare indietro sarebbe un autogol.
Abbiamo tre mesi per convincere la Lega. I rischi che da destra vengono paventati, quell’invasione tanto cara a Giorgia Meloni, non esistono: è tutto scritto nero su bianco nel paragrafo 15 e la sovranità dei singoli Paesi non solo è riaffermata, ma letteralmente garantita.
Strumentalmente però qualcuno, in primis Fratelli d’Italia, si è ritagliato il ruolo di disturbatore e sta cercando di tirare la giacchetta di Salvini in vista delle prossime Europee. Ma questa campagna anti Global Compact è solo becero egoismo alla ricerca di consensi per il proprio partito.
In un simile scenario tutto è possibile. I voti ci sarebbero. Ma sarebbe un brutto segnale se la maggioranza si spaccasse su un tema così centrale. Perdere compattezza e non riuscire a trovare una soluzione condivisa sull’immigrazione a ridosso delle elezioni Europee potrebbe portare a una spaccatura difficile da ricomporre.
Purtroppo dai colleghi del Carroccio, al momento, c’è chiusura totale. Noi dovremo farli ragionare in qualche modo e con argomentazioni che evitino qualsiasi tipo di attacco, soprattutto da parte di chi cerca di tirare per la giacchetta, verso destra, i leghisti. In fondo anche il loro famoso slogan – “aiutiamoli a casa loro” – si può realizzare solo tramite cooperazione e sviluppo. Proprio come dice il Global Compact.
Ovviamente un voto a ridosso di una simile decisione mi preoccupa. Ma voglio sperare che in questo caso si andrà oltre la ricerca del mero consenso.
Qui è in gioco la credibilità del nostro Paese sullo scenario internazionale: sarebbe folle tirarsi indietro pensando solo a qualche voto in più alle Europee.
Dovremo essere bravi a smontare gli attacchi al Global Compact nel merito: le critiche da destra, anche da parte leghista, che stanno arrivando in questi giorni sono assolutamente infondate.
Nel Movimento 5 stelle ancora non abbiamo affrontato la questione. Da qui la decisione di una mozione per rinviare il voto di tre mesi. Le anime del Movimento, come noto, sono diverse.
Personalmente spero che prevalga non solo quella che possiamo definire linea “Fico”, ma anche quella di Conte e Moavero che hanno preso chiari impegni sul Global Compact a livello internazionale.
Il 19 dicembre, per fare un esempio, siamo stati da Mattarella che, facendoci gli auguri di Natale, ci ha chiesto chiaramente di non isolarci, di ritrovare uno spirito europeo.
Ed è in questo solco che dobbiamo muoverci: servono soluzioni ragionate e globali a problemi complessi e globali. La strada non può essere quella della ricerca del consenso facile. Basta soffiare sulle paure.