Notre Dame, Vittorio Sgarbi a TPI: “La Cattedrale è un falso storico, valore simbolico intaccato”
C’è chi parla di perdita come “dire addio alla Cappella Sistina” – come Arturo Carlo Quintavalle, storico e critico d’arte di fama internazionale – e chi parla di “falso storico”, come il critico d’arte – anch’egli di fama internazionale – Vittorio Sgarbi che a TPI commenta l’incendio che il 15 aprile ha devastato la cattedrale di Notre Dame a Parigi. [Qui tutto quello che c’è da sapere sull’incendio].
Il valore simbolico è un valore letterario, evocativo, di tradizione, che certamente è importante ma è subordinato al valore monumentale, per cui l’alto valore simbolico di Notre Dame non si rispecchia sulla qualità delle opere al suo interno, come quelle di Michelangelo o Raffaello che abbiamo in cappella Sistina.
In realtà dobbiamo soltanto essere pazienti nel ricostruire un ambiente che è già stato ricostruito nel secondo Ottocento, in stile gotico, un’operazione molto vasta, ma totalmente attuabile.
Le somme offerte dai vari donatori che si sono proposti, che già superano i 150 milioni di euro, sono sufficienti. Non dobbiamo aspettarci tempi brevi per la ricostruzione, ma meno del tempo che è occorso in passato per altri casi simili perchéi finanziamenti internazionali, la tecnologia, le imprese avranno un tempo meno rallentato.
Nel 2025 avremo un presidente Macron convinto di poter essere lui a inaugurare.
La Cattedrale è un falso storico con molte sculture idealmente riproposte anche con aspetti mostruosi, una specie di Rambaldi che si è applicato a riallestire i paramenti esterni, sculture, busti, sono tutti non originali, non antichi.
Il simbolo spirituale è confermato, ma come tale e proprio in virtù della sua vicinanza con Dio è scampato al pericolo. Non è morto nessuno, si sono salvati tutti. Quindi questa catastrofe è servita soltanto a segnare la nostra senbilità cristiana, ma su questo ci si consola vedendo che il mondo cristiano non ha dei nemici che mettono bombe, a noi resta un valore simbolico che soltanto il destino e il fato hanno in qualche modo scalfito.
L’incendio poteva sicuramente essere evitato. Si è sviluppato nell’area dell’impalcatura che serviva al restauro della guglia che è crollata a causa dell’incendio. Paradossalmente a crollare è stata una delle parti più recenti della cattedrale, frutto di un restauro di metà Ottocento, nell’abito della rielaborazione neogotica di Notre Dame.
È stato proprio l’intervento di manutenzione che ha contriubito all’incendio, perché altrimenti non sarebbe partito senza le impalcature. Al di là dei danni, le opere più importanti erano già state messe in sicurezza, dunque è più l’impressione di vedere un monumento bruciare che i danni veri e propri.