Antonio Consalvo, la madre dopo l’incontro in carcere in Sri Lanka: “Sta bene ma è provato, non capisce perché rinviano il processo”
“Siamo a Colombo, arrivati questa mattina alle 4 ora locale. Alle 10 siamo andati a trovare Antonio e dopo 4 ore di attesa siamo entrati”. Lucia Catania è la madre di Antonio Consalvo, l’italiano di 33 anni in carcere da 10 mesi in Sri Lanka, dopo essere stato trovato in possesso di marijuana.
Dopo mesi di attesa senza che iniziasse alcun processo nei confronti del figlio, Lucia Catania è partita lunedì 4 marzo per lo Sri Lanka, con l’obiettivo di incontrare Antonio di persona.
“Grazie al direttore del carcere, dietro richiesta di Antonio, lo abbiamo incontrato da solo e da vicino e non dietro una rete come avviene di solito”, scrive la madre di Antonio a TPI.it.
“Fisicamente sta bene, è un po’ trascurato, io sono stata felicissima di vederlo e anche lui, gli ho portato da mangiare e lo farò fino al 13, giorno della mia partenza”, assicura Lucia Catania.
“Il suo desiderio e che gli venga fatto un processo e non capisce nemmeno lui perché rinviano, l’ho messo al corrente di tutto quello che si sta muovendo per lui e ringrazia tutti, speranzoso che finalmente qualcosa succeda. Mi ha richiesto un cuscino, un sapone antibatterico, era tutto pieno di irritazioni sulla pelle per il caldo e poca igiene”, prosegue la mamma di Antonio.
“Ha chiesto notizie dei fratelli. Ho il cuore piccolo per dove si trova. Farò il possibile per lui in questi giorni”, conclude la donna, aggiungendo che in questi giorni incontrerà l’ambasciatrice italiana.
Antonio Consalvo, originario di Pordenone, è stato arrestato in Sri Lanka alla fine di aprile 2018. Da allora si trova in un carcere di Colombo, la capitale del paese, in attesa di processo.
Dal momento che in carcere non forniscono il vitto ai detenuti, finora è stato il suo avvocato a portare cibo ad Antonio.
Fonti diplomatiche alla fine di febbraio hanno riferito a TPI.it che le autorità sono in contatto con la madre di Antonio Consalvo dall’inizio della vicenda e hanno provveduto finora a recapitare in carcere i pacchi inviati dalla famiglia.