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5 effetti collaterali del vivere all’estero

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Iacopo Luzi, nostro collaboratore negli Stati Uniti, ha stilato cinque lati negativi della vita da expat. Eccoli

Negli ultimi anni ho avuto modo di vivere o viaggiare in molti posti. Che fosse New York o la più vicina Malaga, per studio o per lavoro, devo dire che trascorrere tempo all’estero è stato qualcosa di sensazionale.   vivere all’estero nostalgia di casa

Eppure – cercherò di essere schietto con tutti voi – vivere lontano, essere cioè un expat, un viaggiatore, emigrato altrove, è anche una delle esperienze più solitarie e alienanti in grado di farci provare infiniti sensi di colpa.

Ecco una lista di cose che raramente si dicono, ma che chiunque abbia vissuto all’estero o abbia fatto della sua vita un viaggio costante avrà sicuramente già provato.  vivere all’estero nostalgia di casa

1. Ti sentirai in colpa tutto il tempo 

Alcuni mesi dopo essermi trasferito negli Stati Uniti, il padre di un mio amico è venuto a mancare improvvisamente. Gli ho scritto un messaggio, l’ho provato a chiamare, a dirgli quanto mi dispiacesse, ma sapevo benissimo che nulla sarebbe stato sufficiente. Dovevo essere lì presente. Punto.

Vivere lontano significa perdersi un sacco di momenti importanti: matrimoni, lauree, battesimi, nascite di figli, compleanni. Manchi spesso, anche per le piccole cose che in realtà varrebbero così tanto.

Senza contrare gli amici e parenti che sono talmente abituati alla tua assenza, che ormai neanche ci provano a dirti: “Ma torni, per caso?”. E quando lo fanno, non c’è niente di peggio che rispondere, spesso e volentieri: “No, mi dispiace, ma non riesco”.

O come quando la ragazza che tanto ti piaceva, ti confida: “Se solo fossi qui…”.

Vivere lontano e stare sempre in giro, per quanto sia stata una mia scelta, mi ha fatto sempre sentire un pessimo figlio e un amico non proprio dei migliori. Quello di cui si può fare tranquillamente a meno.

2. Il desiderio di prendere e andare non ti darà mai pace

Che sia Washington D.C. o Perth, chi ha deciso di vivere all’estero sentirà sempre un bisogno impellente di muoversi, di cambiare aria.

Anche se in molti trovano il proprio posto felice e magari ci restano per sempre, tanti altri non riescono a stare fermi. Hanno il fuoco dentro che gli brucia e non li lascia in pace mai.   vivere all’estero nostalgia di casa

Deve essere qualcosa di naturale, ma qualcosa di perversamente sbagliato. Eppure non esistono spiegazioni: ci sono persone che per sentirsi veramente bene, devono spostarsi continuamente, provare esperienze nuove. E questo gli impedirà di fermarsi e di trovare il posto a cui appartengono.  vivere all’estero nostalgia di casa

Perché, in fondo, il mondo è la loro casa.

3. Chi ti ama o ti vuole bene ne soffrirà da morire

Trasferirsi all’estero è una scelta prettamente egoistica. Per quanto uno provi a rendere la pillola meno amara.

Bello inseguire i propri sogni, vivere la vita che si desidera, ma, in realtà, nessun altro è felice tranne voi.

Che sia la vostra famiglia, il vostro ragazzo/a o i vostri amici, se siete fortunati, faranno di tutto per nascondervi la loro tristezza, il fatto che gli mancherete.  vivere all’estero nostalgia di casa

Sorrideranno, vi diranno che sono felici per voi, ma la verità è che non vogliono farvi stare male con i loro dubbi, le loro paure, i loro “Ma che diavolo stai facendo?”. Diranno: “Se sei felice tu, siamo felici anche noi”.

E non dimenticherò mai quella sera quando mi trovavo alla fermata dell’autobus, alle due di notte, pronto a prendere un pullman che mi avrebbe condotto dal mio paese a Roma e poi a Chicago. Pioveva.

Ricordo l’abbraccio, il mio salire a bordo e girarmi un’ultima a volta a salutare i miei attraverso il vetro. Sembravano così fragili, smarriti, invecchiati improvvisamente di 10 anni, nonostante i loro sorrisi.

La mia avventura era, tutto sommato, la loro più grande paura.  vivere all’estero nostalgia di casa

4. Perderai alcune delle persone che ami

Che sia un amico o una relazione, vivere all’estero comporterà dei sacrifici e ti allontaneranno da tutti e tutto.

Certo, è la natura stessa delle cose: si cresce, s’invecchia, c’è chi si sposa e fa figli e capita a tutti di allontanarsi, ma il vivere lontano da casa accelererà questo processo. E se viaggerai, la musica sarà sempre uguale: chi resta e non va da nessuna parte, non ti vedrà mai di buon occhio.

Colpa dei fusi orari, della distanza, del tempo che passa. E quindi dimentichi compleanni, occasioni, ti dimentichi di congratularti con il tuo amico che ha appena trovato un nuovo lavoro.

Puoi anche provare a tornare, a spendere patrimoni in voli aerei, per avere la botte piena e la moglie ubriaca, fare contenti tutti, ma alla fine qualcosa o qualcuno resta sempre fuori. E a volte sono cose irrecuperabili.

5. Sotto sotto, ti sentirai tremendamente solo

Nonostante tutte le amicizie fatte, le persone incontrate e conosciute provenienti da tutto il mondo, la verità è che loro non saranno mai come i tuoi veri amici. Quelli che conosci da sempre e che, soprattutto, ti accettano per come sei.

Non ho mai avuto difficoltà a fare amicizia e mi sono sempre sentito a mio agio a scambiare chiacchiere di fronte ad abbondanti pinte di birra con ogni tipo di persona. Alcuni di questi sono diventati anche delle ottime conoscenze, ma alla fine, sotto sotto, ho sempre provato un grosso senso di solitudine.

Nonostante fossi circondato da persone, è come se mi sia sempre mancato un pezzo, qualcosa. Una spontaneità che credo nasca solo con quelle persone con cui hai vissuto anni e anni insieme, con cui hai condiviso centinaia di ricordi e storie.

Vivere all’estero di permette di conoscere moltissime persone diverse, alcune incredibili, alcune tremende, ma non sarà mai la stessa cosa. Per quanto uno ci provi.

Quindi, in conclusione, vale la pena viaggiare? Vale la pena vivere all’estero e scegliere uno stile di vita internazionale? Si, ovviamente. No, per niente.

Insomma: Ni. Dipende. Per ognuno è diverso.

Solo una cosa è certa: si perde tanto, ma quello che si trova, può non avere prezzo. E molto spesso, ci si domanderà come sia stato possibile aver pensato di partire prima.

Come sia stato possibile starsene per tanto tempo fermi, senza cercare l’altrove. Senza andare oltre le colonne di Ercole del quotidiano e della propria comfort zone.

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