Vasco Rossi, 40 anni dopo. “Ma cosa vuoi che sia una canzone”
Per festeggiare i 40 anni dal primo album, Vasco fa uscire una ristampa speciale
Vasco Rossi 40 anni dopo.
Ma cosa vuoi che sia una canzone usciva il 25 maggio 1978. Il primo disco di Vasco Rossi è l’origine di tutto, il fuoco da cui si è originata una parabola da record di presenze al concerto del Modenapark.
Un traguardo importante
Quaranta anni sono un traguardo notevole, e visto che cadono proprio quest’anno da quel 1978 in cui Vasco mise in piedi un primo LP grazie all’aiuto di Gaetano Curreri, verrà pubblicata una ristampa in versione speciale.
Si chiamerà Ma cosa vuoi che sia una canzone… R>PLAY Edition 40th e consisterà in tre versioni, di cui la più completa rimane un cofanetto completo con vinile, libro, foto e altri contenuti mai pubblicati finora.
La copertina
La copertina sarà ovviamente la stessa di 40 anni fa, con quella chitarra-matita che avrebbe cambiato la vita di milioni di persone e quel titolo che come pochi altri riesce a farti immaginare la voce di Vasco che te lo legge. …Ma cosa vuoi che sia una canzone… uscirà venerdì 7 dicembre per Sony, una decina di giorni prima del video di Jenny è pazza, che 40 anni dopo finalmente avrà una sua clip in motion graphic realizzata da Arturo Bertusi.
Le canzoni
“Jenny è pazza”, in questa occasione viene pubblicato anche per la prima volta il videoclip di quello che fu il primo singolo di Vasco, per la regia di Arturo Bertusi. La clip in motion graphic con i disegni realizzati da Rosanna Mezzanotte, nasce dall’esigenza di non dare un volto in carne e ossa a Jenny, che è, anche, la rappresentazione (per la prima volta in una canzone scritta oltre 40 anni fa) del disagio esistenziale ed emotivo, dell’emarginazione e dei pregiudizi causati dalla paura del diverso. Questi temi prendono “forma” in un metaforico “viaggio interiore”, la cui meta è una possibile riconciliazione con se stessi e con la propria identità. Il videoclip sarà online dal 18 dicembre. “Jenny è la storia del mio esaurimento nervoso, come si chiamava una volta la depressione” spiega Vasco nella puntata di “33 giri – Italian Masters” dedicata alla realizzazione dell’album.
Ma a parte “Jenny”, sono tante le canzoni da riscoprire in questo lavoro. Come “Ambarabaciccìcoccò”, uno dei testi più politici mai fatti da Vasco, seppur alla sua maniera. “Io non ero un cantautore impegnato – sottolinea lui -. E la canzone è un po’ una presa in giro ironica di quel cantautorato”. Presa in giro che però anticipa moltissimi sviluppi di quella che sarebbe stata la storia della sinistra italiana negli anni a venire. E poi ancora l’erotismo adolescenziale di “Silvia” e la raffinatezza psicologica nel raccontare la crisi di una coppia di trentenni ne “La nostra relazione”