Starbucks nega l’ingresso ai cani nello store di Milano
Sui social la notizia ha fatto molto scalpore tanto che la pagina Facebook della caffetteria di piazza Cordusio è stata sommersa da critiche e insulti
Dopo le polemiche per il costo del caffè ritenuto eccessivamente alto, ora Starbucks è oggetto di una nuova critica.
Secondo quanto racconta Tommaso Zorzi, conosciuto tra le altre cose per la sua partecipazione al programma televisivo “Riccanza”, il colosso americano del caffè appena inaugurato a Milano avrebbe negato l’ingresso al suo cane.
Sui social la notizia ha fatto molto scalpore tanto che la pagina Facebook della caffetteria di piazza Cordusio è stata sommersa da critiche e insulti.
Il rampollo milanese ha lanciato l’hashtag di protesta #Iostocongildina contro il colosso del caffè, Gildina è infatti il nome del cane di Tommaso Zorzi.
Su Instagram il ragazzo ha raccontato come sono andate le cose: dopo la lunga attesa in coda per entrare da Starbucks, all’ingresso dello store Tommaso è stato costretto a tenere in braccio il cane. Nel momento in cui sarebbe dovuto entrare nel locale gli è stato impedito, proprio per via dell’animale al quale è stato negato l’ingresso.
Il ragazzo ha subito segnalato l’episodio sui social: “Sono furibondo mi hanno battuto fuori da Starbucks perché ho il cane. Mi fai schifo, non comprerò mai più un caffè. Sono stato da Starbucks a Singapore, Dubai, Londra, New York, Parigi, sempre entrato col cane… a Milano no. Vedono il cane, mi dicono ‘basta che stia in braccio’, entro e mi fanno uscire perché mi dicono ‘scusa hai il cane’? Non ho parole”, ha concluso Tommaso.
“Noi entriamo anche al supermercato e non esiste che lo Starbucks più grande d’Europa a Milano non consenta almeno ai cani piccoli di entrare neanche in braccio! Volevo provarci e passare con il mio bassotto, ora che so questo non ci verrò”, ha scritto un utente.
Starbucks non ha ancora replicato alle accuse.
In molti si sono scagliati contro l’apertura in Italia della catena statunitense. Ma il motivo per cui Starbucks ha successo non c’entra col caffè: TPI ne ha parlato con il digital strategist Cosimo Zecchi (Qui sotto l’articolo).
Quello che i puristi del caffè italiano non hanno voluto capire su Starbucks