Matteo Bocelli: “Papà è stato severo, ma mi è servito” | VIDEO
Modello, cantante, ma soprattutto figlio di uno dei tenori più famosi al mondo, Matteo Bocelli è già amatissimo dagli italiani
“Cantiamo insieme da che ero un bambino, cantiamo sempre nei miei ricordi”. E Matteo Bocelli e il padre Andrea cantano insieme anche sul palco della musica italiana per antonomasia, quello di Sanremo.
Matteo Bocelli è alto, moro, morissimo e ha lo sguardo cupo sotto le sopracciglia folte. Quando arriva davanti alla platea dell’Ariston, però, sul suo volto si apre un sorriso sincero, visibilmente emozionato. Di lì a poco avrebbe duettato con una delle voci più forti della musica internazionale: quella del suo papà.
Sebbene fosse già successo a New York, al Late Show di Stephen Colbert, quella di Sanremo è una performance dal sapore diverso. È qui che 25 anni prima il padre di Matteo muoveva i primi passi nella musica italiana e si presentava al mondo.
Claudio Baglioni introduce Matteo e scherza, parlando di “nepotismo”. Lui, 21 anni, studente al conservatorio di Lucca, dal padre, oltre alla voce pazzesca, ha preso anche l’umiltà. “Le raccomandazioni non esistono, è il pubblico che decide se sei credibile o meno”, specifica il ragazzo.
“E nessun passaggio di testimone”, assicura Bocelli padre. “Non è ancora tempo per me, né ci sono ancora le condizioni di riceverlo, in lui: sarebbe chiedergli troppo. Lo chiamerei piuttosto uno “scambio simbolico”, un “augurio paterno molto sentito” per questo inizio di carriera, che dovrà però essere seria e fondata, con la C maiuscola”, ha continuato quasi commosso il tenore.
Bocelli racconta di quando salì la prima volta su quel palco, 25 anni prima. “Venticinque anni fa, quando al Teatro Ariston tutto per me iniziò, lui – grande sostenitore del mio sogno – con mia madre era in fondo alla sala. Io invece sto sul palco, a divertirmici con mio figlio”.
Sul palco dell’Ariston, padre e figlio cantano una spettacolare Fall on me, in completa sintonia. Il brano, colonna sonora del celebre film Disney Lo Schiaccianoci e i Quattro Regni, è tratto dall’ultimo album del tenore, Sì.
“Si vive in un mondo pieno di no. Ogni no che viene detto se non ben giustificato lascia una ferita. Io, che nella vita mi sono sempre sforzato di essere positivo, ho voluto onorare questa parola. Che è la risposta che vorremmo a ogni richiesta: di bacio, abbraccio, perdono. L’ho trovato un titolo poetico e attuale”, spiega Bocelli.
Matteo, come racconta il padre, era un ragazzino molto vivace. “Era in terza media e prendeva una nota dietro l’altra. ‘La prossima sono costretto a punirti’, gli ho detto onestamente. La prossima è arrivata. E lui ha avuto la punizione promessa, che non fu cruenta, ma spietata: ‘Niente più telefono, playstation, computer’. Risultato? Di senso. Non ha più preso una nota in vita sua”, continua Bocelli.
Matteo è nato dal matrimonio del tenore con l’ex moglie Enrica Cenzatti. Oggi studia – ma è anche un modello – e spera un domani di riuscire a tenere alto il nome del padre nel mondo della musica, con la sua.