Romoletto: un avvocato porta a Milano lo street food di Roma
Di romano, in Romoletto, c’è tutto: il nome, il logo, lo chef. Sbarca a Milano lo street food romano: è in Corso di Porta Ticinese. Federica Colli Vignarelli ci è stata
Federica Colli Vignarelli a Milano. I romani trapiantati a Milano, si sa, hanno molto da rimpiangere. Il tramonto al giardino degli Aranci, la vista su Piazza del Popolo da Villa Borghese, il sole che filtra fra i rami del Lungotevere (o anche soltanto il sole che filtra), i putti alati del Ponte Vittorio Emanuele, i Caravaggio di Santa Maria del Popolo, i murales di Kentridge sull’argine tra Tiberina e Castel Sant’Angelo, il generico intreccio tra storia, arte e bellezza che affascina e stordisce ad ogni angolo ma soprattutto, e forse ancor più dolorosamente, il cibo.
Senza nulla togliere alla lussuriosa offerta gastronomica milanese, ci sono specialità romane che non hanno nulla da invidiare a risotto, ossobuco, polenta e cassoeula. Niente cucina stellata né prodotti di nicchia: sono i baracchini di street food che costellano la Capitale i primi portavoce della più verace e nostalgica tradizione culinaria romana, fatta di prelibatezze da addentare passeggiando per Villa Pamphilj allo schiudersi della primavera.
Dov’è Romoletto a Milano
E se sia la primavera che Villa Pamphilj risultano piuttosto ardue da trasferire al nord, certi sapori – fortunatamente – si possono trapiantare. È quello che ha fatto un avvocato di Orrick aprendo, in Corso di Porta Ticinese 14, Romoletto Street Food. Carlo Montella, sangue romano ma domicilio milanese ormai da molti – forse troppi – anni, ha deciso di colmare un vuoto che gli appassionati di pizza bianca e supplì conoscono fin troppo bene.
Di romano, in Romoletto, c’è tutto: il nome, richiamo ancestrale alle leggendarie origini dell’Urbe; il logo, un fornaio che trasporta pizza bianca fumante in bicicletta, omaggio a un Carosello anni ’70 in cui Ninetto Davoli consegna il pane canticchiando stornelli romani; lo chef, romano doc e con una grande esperienza nella panificazione, ma soprattutto, e di conseguenza, i prodotti.
La pizza bianca alla pala è quella cosa che i romani ti indicano, guardandoti anche un po’ male, quando sentono nominare la focaccia. In realtà, con la concezione nordica del termine c’è ben poco a che vedere: la pizza bianca nasce nell’antica Roma, con il nome di “pinsa”, dall’abitudine dei fornai di cuocere un panetto di impasto prima del pane per testare la temperatura del forno.
Com’è Romoletto – Pizza bianca & Supplì
Uno spuntino ideale, croccante fuori e soffice all’interno, leggero perché composto per l’85% da acqua, con l’aggiunta di farina e pochissimo olio, perfettamente digeribile perché lievitato per 48 ore. Le varianti sono infinite: semplice, guarnita in superficie con alici e fiori di zucca, farcita al momento con prosciutto, mortadella, burrata, pomodorini secchi, roast beef o salmone, abbinata a verdure tipiche come cicoria e scarola o a sorpresa, scegliendo la stagionale e la gourmet.
Il supplì, la ben nota polpettina di riso a forma allungata, ha radici altrettanto nobili: nasce nel ‘700 e subito diventa il piatto preferito dei soldati francesi durante l’occupazione napoleonica. “Surprise” era infatti l’esclamazione d’oltralpe suscitata dalla scoperta del ripieno di mozzarella filante.
Passa più di un secolo, il nome si tramuta in “soplis di riso” e il piatto fa la sua comparsa alla storica Trattoria della Lepre, conquistando turisti del calibro di Nikolaj Gogol e James Joyce in visita a Roma. Oggi quella mozzarella filante si unisce, nel menù di Romoletto, al ragù di chianina, alla passata biologica o a pecorino e pepe nero per valorizzare ancora di più la tipica panatura, volutamente rustica e grossolana.
Romoletto si aggiunge al circolo virtuoso di romanità da addentare che si sta sviluppando a Milano. “Il format è fortemente scalabile, basato su due prodotti appartenenti alla più antica tradizione gastronomica romana e non conosciuti al di fuori del raccordo anulare”, ha spiegato a TPI Carlo Montella. “Scalare un format basato su un prodotto di altissima qualità, ingegnerizzandone il processo, è la nostra ambizione e il nostro sogno”.
Romoletto Milano: quando è aperto e dove ordinarlo a domicilio
Un sogno che pare attecchire molto bene nella City: Romoletto, che nel giro di due settimane perfezionerà il servizio di consegna a domicilio con Foodora e Deliveroo, è aperto dalle 11:00 alle 22:00, rendendosi adatto spuntini, pasti e aperitivi in ogni momento della giornata. E se i businessman milanesi temono di contravvenire al mantra di Gordon Gekko secondo cui “il pranzo è per chi non ha nulla da fare”, va ricordato un dettaglio: a Wall Street, pizza bianca e supplì non sono ancora arrivati.