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Perché dovreste essere felici di sedere nel posto centrale in aereo, anche se lo odiate

Immagine di copertina
Grazie ai voli low cost oggi possiamo tutti viaggiare di più. Credit: Getty Images

Anche se il nostro sogno più grande quando voliamo è avere il posto accanto vuoto, la verità è che se i posti sono tutti occupati è perché possiamo permetterci di viaggiare di più

Che i viaggi in aereo nel tempo siano profondamente cambiati è cosa nota. Sono finiti i tempi in cui, come abbiamo imparato a vedere nei vecchi film hollywoodiani, le eliche ronzavano forti per tutta la durata lunghissima del volo e ad alleggerire la situazione non c’erano nemmeno i film.

Non ci crederete mai, ma a fare la differenza tra ieri e oggi è stato qualcosa che non immaginate: il posto in mezzo. O almeno la possibilità che tu o qualcun altro vi si sieda.

Al di là dell’obiettivo principale (ovvero arrivare a destinazione nel più breve tempo possibile), il più grande fattore di comfort ricercato dai passeggeri è uno soltanto: il posto accanto vuoto. E così, mentre gli altri mammiferi non fanno altro che accalcarsi tra di loro per darsi conforto reciproco, gli esseri umani tendono a fare il possibile per evitare di stare a contatto gli uni con gli altri.

Uno studio condotto sui passeggeri della metropolitana di New York, ad esempio, ha rilevato che anche se c’è il 20 per cento in più di persone rispetto ai posti a sedere, il 10 per cento dei sedili resta comunque libero. Il viaggio in aereo, invece, ci costringe a essere gentili con i nostri vicini di posto. E no, questo non ci piace quasi mai.

Durante i giorni di gloria dell’aviazione, quelli ormai lontani, il sistema era così inefficiente che quasi la metà dei posti durante i voli era di fatto vuoti. Prima gli aerei arrivavano a riempirsi per il 70 per cento e quindi la maggior parte dei passeggeri poteva godere della gloria del posto vuoto accanto.

Oggi negli Stati Uniti, invece, circa l’84 per cento dei posti viene occupato. Tendiamo a finire su voli quasi al completo. Dunque siamo costretti ad avere un vicino.

Come si legge su Quartzy, il grande cambiamento dai tempi gloriosi andati sta nel fatto che i viaggi aerei oggi sono decisamente più accessibili. Secondo un recente sondaggio Ipsos della Air Transport Association, quasi il 90 per cento degli statunitensi ha volato almeno una volta nella vita, quasi il 70 per cento solo negli anni Novanta e circa la metà degli americani ha fatto un viaggio nell’ultimo anno.

È questione di accessibilità: basti pensare che nel 1990 il biglietto aereo costava in media 260 dollari (più di una giornata e mezza di lavoro), mentre oggi è sceso a 172 (e sei ore di lavoro).

Col passare del tempo, ovviamente, anche il trasporto aereo è diventato più efficiente e più reattivo rispetto alla domanda dei consumatori. Gli aerei usano circa la metà del carburante per passeggero rispetto a 25 anni fa e producono la metà del rumore. Passi avanti non indifferenti.

La maggior parte degli aerei statunitensi ha internet e, tra non molto, sarà anche abbastanza veloce da potersi divertire.

La democratizzazione del trasporto aereo ha richiesto ovviamente delle modifiche. Alcuni di queste sono invisibili al cliente. Altre invece sono ben tangibili, come tutti i comfort e gli agi di cui disponiamo su un volo.

Ecco. Oltre ad abbellire gli aerei e a riempirli di accessori che un tempo non c’erano, le compagnie aeree hanno pensato bene di aggiungere più posti. Usando materiali più leggeri – e in alcuni casi, bagni veramente troppo piccoli, delle dimensioni di una casa delle bambole – l’aereo di oggi presenta negli stessi spazi di ieri ben dodici posti in più.

In alcuni casi dipende da un layout più stretto, in altri il cambiamento si può attribuire alle compagnie aeree a basso costo. Qualunque sia la ragione, in fondo la verità è che sono sempre più passeggeri a respirare la stessa aria.

L’altro grande cambiamento riguarda il modo in cui le compagnie aeree impostano le tariffe. Le stesse persone che non ci pensano due volte a spendere quaranta euro per arrivare in aeroporto, passano notti intere a cercare quel volo che gli fa risparmiare anche solo un dollaro.

Le compagnie aeree, ovviamente, hanno risposto con le tariffe di base più basse possibili. In più hanno pensato di abbinarvi delle tariffe separate per alcune opzioni in più per cui i clienti sono disposti a pagare.

Il risultato è che la maggior parte dei clienti borbotta e si lamenta per lo spazio per le gambe, ma solo una minima parte alla fine paga per avere quello spazio in più.

Ma nonostante ciò, questo ricavo non previsto nella tariffa base rappresenta quasi il 50 per cento delle vendite per le compagnie aeree low-cost, riuscendo così a sovvenzionare in modo efficace le tariffe più economiche con i proventi di coloro che sono disposti ad acquistare gli extra.

Nella migliore delle ipotesi, questa cosiddetta “disaggregazione” dei servizi è una specie di romanzo d’avventura in cui spetta a voi la scelta di pagare solo per il bagaglio, la sede e la flessibilità di cui avete bisogno. Nelle peggiori delle situazioni, è un labirinto esasperante.

A seconda del punto di vista, la struttura tariffaria attuale, con le sue opzioni e componenti aggiuntive, è una nuova forma di stratificazione di classe. Insomma, il ricco e il povero si “trasferiscono” su questa nuova particolare scala e proprio tra i posti a sedere di un aereo si può riconoscere la differenza di portafoglio.

Sì, è vero che il vicino di posto ci infastidisce, ma la verità è che i voli low cost convengono a tutti.

Quindi, la prossima volta che starai per uccidere il passeggero seduto accanto a te, non farlo. Gli aeroplani di oggi in fondo sono una benedizione. Ma certo, in fondo non sarebbe male avere un po’ più di spazio.

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