Perché ci innamoriamo di alcune persone e non di altre
Un gruppo di professionisti certificati, esperti in Coaching e Sinapsi Interpersonale, dotati inoltre di grandi qualità umane e capacità pedagogiche, saprà spiegarvi perché ci innamoriamo di alcune persone anziché di altre
Serve andare a lezione per innamorarsi della persona adatta? A quanto pare sì e ci sono esperti disposti a insegnarcelo.
A marzo 2017 ha aperto la prima Scuola neuroscientifica dell’amore in Spagna, con tre sedi a Madrid, Barcellona e Valencia.
Un gruppo di professionisti certificati, esperti in Coaching e Sinapsi Interpersonale, dotati inoltre di grandi qualità umane e capacità pedagogiche, saprà spiegarvi perché ci innamoriamo di alcune persone anziché di altre.
I metodi della scuola si basano quasi interamente sulle scoperte scientifiche di Helen Fisher, antropologa e biologa statunitense, oltre che una fra le persone più esperte al mondo in amore e attrazione.
Le sue teorie sono state da lei esposte nel corso di numerose conferenze Ted, tra il 2006 e il 2008.
La teoria dell’esperta
La teoria principale di Fisher è che l’umanità ha sviluppato tre sistemi cerebrali per l’accoppiamento e la riproduzione della specie: l’impulso sessuale o libido, l’attrazione sessuale selettiva (o amore romantico) e l’attaccamento, ovvero il sentimento di unione che si genera durante una convivenza.
Il nostro istinto – il desiderio sessuale – ci spinge alla ricerca di un partner e ad essere esigenti nel farlo, al fine di migliorare la specie. Durante il rapporto amoroso si crea una certa stabilità tra i soggetti che permette ai genitori di crescere i figli.
Ma questo processo non è sempre lineare: ci sono persone, ad esempio, che cominciano una relazione partendo dall’attaccamento e dall’affetto, per poi trasformarlo in amore romantico e finire col tramutare il sentimento in semplice impulso sessuale.
Le quattro personalità
Fisher e i suoi colleghi hanno studiato uomini e donne per capire quali erano le connessioni e le variazioni nel cervello durante e dopo una relazione. Si è dimostrato che il legame tra due persone in una relazione d’amore sia molto più forte rispetto al vincolo sessuale.
Nel tentativo di capire come fare a orientare una persona affinché possa trovare il partner perfetto, Fisher ha stabilito quattro tipi di personalità, ciascuna legata a un diverso tipo di ormone.
Le quattro personalità sono: dopamina, testosterone, estrogeno, serotonina. Il predominio di un certo ormone nel corpo di una persona, ne determina dunque, secondo la biologa, il modo di essere.
Secondo questo schema, combinando queste quattro tipologie (partendo dal fatto che nessuna persona può appartenere al cento per cento a una sola categoria) si possono creare dodici profili che, a seconda di come vengono accoppiati, interagiscono bene o male tra di loro.
Gli individui in cui predomina la dopamina, ad esempio, sono persone molto impulsive, avventurose e creative. Normalmente non sviluppano l’attaccamento nei confronti del partner e saranno più inclini al divorzio o all’avere diversi figli all’interno di più relazioni nel corso della vita.
Quelli nei quali predomina il testosterone sono persone generalmente razionali, ordinate e decisive, al contrario di coloro che hanno alti livelli di estrogeno nel corpo: esseri fortemente empatici e immaginativi che amano occuparsi degli altri. L’ultima categoria, quella della serotonina, riunisce persone tranquille e conservatrici, amanti della routine e delle tradizioni.
La scuola per innamorarsi della persona adatta
Secondo il direttore della Scuola neuroscientifica dell’amore, Miquel Iglesias, la neuroscienza può rispondere alla domanda del perché scegliamo delle persone anziché delle altre per intraprendere una relazione. Tramite lo studio delle persone nelle tre diverse fasi dell’innamoramento e le tecniche della Fisher, come quella della quattro personalità, si possono comprendere moltissime cose.
Ma se la nostra personalità dipende solo dai nostri ormoni cosa accade con il resto di variabili che intervengono nel nostro processo di formazione e crescita, quali la cultura, l’educazione e le esperienze? “Contano pochissimo”, ha spiegato Iglesias. “Molto meno di quanto in realtà si creda.
Queste variabili influiscono circa nel 30 per cento durante la formazione della nostra personalità”. Secondo la scuola spagnola dell’amore, sarebbero dunque soprattutto i fattori biologici a farci innamorare di una persona, piuttosto che di un’altra.
Il metodo
Alla scuola si effettua un test sinaptico per determinare la quantità dei quattro diversi ormoni (dopamina, testosterone, estrogeno e serotonina) contenuti nel nostro corpo, e tramite questa verifica si stabilisce a quale dei 12 profili appartiene lo studente.
Questo permette alla persona di conoscersi meglio e di capire con quale altro profilo riuscirà a stabilire una migliore e più duratura relazione d’amore. Secondo Iglesias, il 25 per cento delle persone è difficilmente compatibile con i restanti profili e non sono interessate a mantenere alcun tipo di relazione sentimentale con il prossimo.
Dopo la fase dell’innamoramento, che dura dai tre ai sei mesi, le persone comprendono davvero chi hanno davanti e iniziano a conoscere se stessi e il partner. Se uno dei due è del tipo serotonina e convive con la dopamina, la relazione non andrà sicuramente per il meglio.
La mappa dell’amore
I corsi della scuola saranno divisi in materie. Una di queste è la denominata “Mappa dell’amore”. Di cosa si tratta? Lo studio deriva dal concetto sviluppato da un sessuologo neozelandese, John Money, per definire il mosaico delle caratteristiche fisiche, emozionali e spirituali del nostro partner ideale.
All’interno della mappa intervengono molti parametri: i nostri genitori, la nostra educazione, la nostra infanzia, le nostre prime esperienze sessuali, le nostre prime delusioni e tanto altro. Il problema? Secondo Iglesias troppe persone hanno una mappa troppo rigida: questo impedisce a molte persone di trovare un compagno/a.
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