Netflix a Napoli: il presepe di San Gregorio Armeno protagonista dello spot natalizio
Il video è stato girato da Francesco Lettieri, regista per Liberato e The Giornalisti
Netflix, Italia, Natale. Il trinomio è ormai indissolubile. L’azienda americana di streaming e produzione di serie televisive usa ancora la Penisola per farsi pubblicità.
Questa volta è toccato a Napoli che è stata scelta dal colosso fondato da Reed Hastings come scenografia per lo spot speciale di Natale attraverso cui presenterà agli spettatori il catalogo della prossima stagione.
Come sarà lo spot di Netflix ambientato a Napoli
Lo spot – in uscita a dicembre 2018 – è ambientato a San Gregorio Armeno, la strada del centro storico napoletano nota per le botteghe artigiane di presepi. La regia è firmata da Francesco Lettieri, 33enne di origini campane, già autore dei videoclip di Liberato – artista anonimo – Calcutta e The Giornalisti.
Il video, secondo alcune indiscrezioni, mostrerà l’arte presepiale, punta della tradizione natalizia napoletana. A tal proposito ci sarà un focus anche su Marco Ferrigno, artigiano che lavora proprio a San Gregorio Armeno e che è stato uno dei primi ad aggiungere nel presepe personaggi del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica.
Netflix e l’albero di Natale a Roma
L’azienda californiana, divenuta ormai leader assoluto dello streaming su internet, ha rilasciato sui suoi canali ufficiali un video pubblicitario sul nuovo Spelacchio, l’albero di Natale di Roma, versione 2018, di cui è sponsor.
“Eccomi – dice in italiano, nel video, il nuovo Spelacchio – sono tornato. E sono tutto intero”. Il riferimento va al vecchio albero di Natale di Piazza Venezia che lo scorso anno, dopo esser stato smontato, è stato trasformato in assi di legno.
Lo spot, marcatamente ironico, serve a lanciare una campagna pubblicitaria che accompagna i romani all’8 dicembre, il giorno dell’accensione ufficiale del nuovo Spelacchio in Piazza Venezia.
Non si tratta ovviamente dello stesso albero dello scorso anno, che si era guadagnato questo soprannome perché spoglio e secco, poi tagliato e trasformato in una casetta. Ma quello del 2018 è un altro abete rosso, quindi molto simile a Spelacchio.