Moschino ha realizzato dei vestiti con la spazzatura, e vuole farli pagare 600 euro
La collezione era stata presentata a febbraio e sembrava eco-friendly, ma ora che i vestiti sono stati messi in vendita le perplessità sono aumentate notevolmente
A febbraio la casa di moda italiana Moschino aveva lanciato in passerella l’innovativa collezione autunno-inverno 2017-2018, interamente ispirata ai rifiuti, utilizzati anche come materiali con cui erano realizzati gli abiti. Se durante la Fashion Week milanese aveva destato interesse il messaggio eco-friendly lanciato attraverso questa particolare collezione, ora che i vestiti sono stati effettivamente messi in vendita, le perplessità sono aumentate notevolmente.
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Si tratta di abiti realizzati con borse di plastica, calzini, fazzoletti, scatole di cartone, disegnati dallo stilista Jeremy Scott, e attualmente sul mercato. Molte persone hanno però contestato i prezzi, ritenuti esageratamente esosi rispetto a ciò che i vestiti sembrano e sono: spazzatura, nel senso concreto del termine.
Il New York Post ha preso a cuore la questione e si è scagliato contro un paio di pezzi della collezione, in particolare il vestito che il giornale ha definito “il sacchetto della pulitura a secco”, mettendone in luce il costo considerato scandaloso di più di 700 dollari (oltre 600 euro).
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L’abito in questione è essenzialmente una sorta di imballaggio trasparente in poliestere, da mettere sopra ad un qualsiasi capo di abbigliamento, esattamente uguale a quello con cui vengono avvolti i vestiti puliti nelle puliture a secco. La scritta sopra al vestito, ad altezza spalle, dice: “noi amiamo i nostri clienti”, mentre lungo l’abito si legge la frase: “ritiro e consegna gratuiti”.
C’è anche chi si è chiesto come sia possibile lavare un vestito di questo genere.
In ogni caso, per molti commentatori si tratta dell’ennesima provocazione proveniente dal mondo della moda: non resta che aspettare e vedere come andranno le vendite.