Le deputate britanniche scrivono a Meghan Markle: “Stampa fuorviante e coloniale”
Le deputate britanniche si schierano con Meghan Markle
Meghan Markle, amata e odiata nel Regno Unito, ha trovato conforto in un gruppo di deputate britanniche che hanno espresso la loro solidarietà alla duchessa di Sussex. La moglie del principe Harry, infatti, è al centro di una campagna d’odio che la sta investendo ormai da mesi.
E così settantadue deputate britanniche hanno deciso di scrivere una lettera aperta indirizzata proprio a Meghan Markle per esprimere la loro vicinanza e condannare fermamente i “toni coloniali antiquati” della stampa britannica che negli ultimi tempi le ha rivolto una serie di attacchi.
Nessuna bandiera politica sulla scelta delle deputate di dire la loro sulla duchessa di Sussex. A firmare la lettera, infatti, sono state deputate appartenenti a diversi partiti. Quello che denunciano le parlamentari è che la stampa britannica nei confronti di Meghan Markle ha usato toni e parole sbagliate, denigrando lei e la sua famiglia in modo del tutto gratuito.
“Come donne parlamentari di ogni credo politico, vogliamo esprimere la nostra solidarietà contro la natura spesso fuorviante e di cattivo gusto della stampa riguardanti Lei, il suo personaggio e la sua famiglia”, scrivono le deputate nella lettera che è stata diffusa sui social.
“In numerose occasioni, le storie e i titoli hanno rappresentato un’invasione della sua privacy e hanno cercato di attaccare la sua personalità senza buone ragioni, a nostro avviso”, hanno scritto ancora le deputate britanniche. L’attenzione delle deputate, poi, si concentra sui commenti di carattere razziali a cui la duchessa ha dovuto far fronte, quelle parole al limite del “coloniale” che quasi hanno fatto vergognare le deputare.
La presa di posizione delle deputate arriva dopo che Meghan Markle e il principe Harry hanno deciso di intraprendere la via legale in seguito ad alcuni articoli diffusi dal Mail on Sunday. In quell’occasione Harry, in un comunicato ufficiale, aveva detto di ritenere insostenibile il modo in cui la stampa trattava la loro vita privata, facendo riferimento anche alla storia di Lady Diana, morta in Francia nell’agosto del 1997 mentre era inseguita dai paparazzi.