Capodanno: perché mangiamo cotechino e lenticchie?
Ecco i motivi di una tradizione antichissima
Lenticchie e cotechino | Capodanno | Origine | Tradizione | Storia | Ricetta
LENTICCHIE E COTECHINO – Una cosa in vista della serata di Capodanno è certa: sulle tavole di tutta Italia non mancherà il cotechino, o per alcuni lo zampone, accompagnato dalle lenticchie.
Un secondo tipico della tradizione culinaria del nostro Paese, che ha origini antichissime.
Si tratta di un piatto semplice, poco costoso, oltre che ovviamente molto saporito.
Da una parte l’abbondanza della carne, un salume cotto e non certo leggero, ma adatto per una serata di festa come quella di Capodanno.
Dall’altra le lenticchie, contorno per eccellenza, che rappresenta il primo legume coltivato nella storia. Non tutti sanno, infatti, che ci sono pervenute testimonianze circa la raccolta delle lenticchie risalenti addirittura a cinque mila anni fa.
Lenticchie e cotechino | Origine | Perché le lenticchie
La lenticchia, infatti, oltre a sposarsi molto bene a livello di sapore con la carne del cotechino o dello zampone, è un alimento tipico della cultura contadina italiana.
Il nostro Paese, d’altronde, abbonda di questo legume: ad esempio a Castelluccio di Norcia, uno dei comuni più colpiti dal terremoto, si produce l’unica lenticchia IGP.
La presenza delle lenticchie nel corso dell’ultima cena dell’anno ha origini che affondano nella storia: questa tradizione risale infatti addirittura agli antichi Romani, che consideravano il legume come un investimento per i mesi a venire ed erano soliti regalarne una scarsella – la borsa di cuoio da tenere legata alla cintura – proprio come augurio per il nuovo anno.
Le lenticchie sono inoltre uno dei cibi considerati portafortuna: l’idea, sempre risalente ai Romani, è che si trasformassero in monete. Un augurio, quindi, di ricchezza e prosperità.
Per i più poveri, inoltre, si trattava di un piatto fondamentale della propria dieta, visto l’alto valore nutritivo.
Lenticchie e cotechino | Origine | Perché il cotechino
Anche il cotechino ha origini piuttosto remote. Siamo in questo caso nel Medioevo, precisamente nel 1511: Pico della Mirandola, secondo la tradizione, consigliò ai suoi concittadini, all’epoca assediati dalle truppe pontificie, di macellare i pochi maiali rimasti nelle stalle e di mettere la carne dentro le zampe e la cotenna degli stesi suini.
Il risultato finale fu decisamente squisito.
Ma qual è la differenza tra cotechino e zampone? L’impasto è molto simile per entrambi: 60% di carni magre fresche (polpa di spalla, gamba, collo e geretto), il 20% di cotenna tenera e il 20% di gola, guanciale e pancetta e tante spezie.
La vera differenza sta nell’involucro: la zampa di maiale anteriore per lo zampone, mentre il budello, naturale o artificiale, per il cotechino.